Tre condanne e 24 assoluzioni. Sono le richieste della pubblica accusa nel processo Esmeralda, il nome della maxi operazione antidroga che scattò nel 2011 e portò a 26 arresti e al sequestro di una villa, poi confiscata, alla periferia di Vasto. Il processo entra nella fase decisiva.
La requisitoria del pubblico ministero, Fabio Picuti, ha ridimensionato la portata dell’inchiesta che fu coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila e impegnò oltre 200 carabinieri. Ventisei furono gli arrestati, 38 gli indagati complessivi, ingente il sequestro di cocaina ed eroina.
Secondo gli inquirenti, la droga proveniva dall’Albania ed era diretta a Vasto, sede della presunta organizzazione che avrebbe smistato gli stupefacenti sul mercato illegale del litorale delle province di Chieti e Pescara.
Numerosi i testimoni interrogati dal Tribunale, composto dal presidente, Bruno Giangiacomo, e dai giudici a latere Stefania Izzi e Michelina Iannetta.
[mic_dx]Nel corso dell’iter processuale, il pm non ha riscontrato l’iniziale ipotesi di associazione a delinquere, chiedendo, di conseguenza, il proscioglimento di quasi tutti gli imputati. Tranne tre donne: il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 9 anni per Anna Bevilacqua e a un anno ciascuno per Lucia Sauchella e Maria Bevilacqua.
Si tornerà in aula il 13 luglio per le arringhe degli avvocati difensori, tra cui i vastesi Raffaele Giacomucci, Giovanni e Antonino Cerella, Elisa Pastorelli, Massimiliano Baccalà e Isabella Mugoni. Il 16 luglio, a distanza di 7 anni dagli arresti, il verdetto.