Al Teatro Rossetti, in occasione del quarto appuntamento con gli Scenari diVersi della decima edizione dei Giovedì Rossettiani, l’attore Lino Guanciale ha incantato il numeroso pubblico con un incredibile spettacolo dal titolo Itaca, con musiche e regia di Davide Cavuti. Itaca, come la patria del grande Ulisse, punto di partenza e poi di ritorno di un viaggio che diviene sinonimo dell’esistenza umana.
Ulisse, eroe della mitologia, viaggiatore per antonomasia, accompagna l’attore in questo itinerario culturale e letterario, partendo da Costantino Kavafis, poeta greco – cipriota che con la sua poesia dal titolo Itaca, dipinge l’immagine di una terra che rappresenta la casa e la patria di tutti coloro che si apprestano ad intraprendere un viaggio, seppur esistenziale, come quello compiuto dall’eroe omerico.
È lo stesso Lino Guanciale a raccontarci il Suo personale viaggio esistenziale, un percorso vocazionale che lo ha condotto ad intraprendere la carriera da attore, ispirato e guidato da personalità letterarie e non, con alcune delle quali l’attore si è confrontato fin da bambino. Il viaggio intrapreso dall’attore abruzzese, conduce inizialmente gli spettatori nell’inferno di Dante, tra i consiglieri fraudolenti, e lo stesso Guanciale concede una mirabile interpretazione del racconto dantesco sul folle volo di Ulisse.
Omaggiando poi il Principe de Curtis con la celebre poesia ’A livella e il grande Edoardo De Filippo, vengono mirabilmente interpretati i testi di Ennio Flaiano, un autore erroneamente relegato ad una funzione secondaria nel panorama novecentesco, ma che è stato in realtà sceneggiatore per Fellini, autore del capolavoro Guardia e ladri interpretato dai grandi Totò e Aldo Fabrizi, scrittore di un divertente saggio teatrale dal titolo Lo spettatore addormentato ma anche del commovente Cristo torna sulla terra, nonché ideatore di celebri aforismi. Insomma, una personalità complessa, a tratti eclettica, che ha catturato un giovane Lino Guanciale che ha definito Flaiano la sua personale guida all’interno dello scenario teatrale romano.
[ads_dx]Passando per il teatro a tratti malinconico di Pasolini e procedendo verso la scrittura polifonica del milanese Carlo Emilio Gadda, l’itinerario di Guanciale si colora di scritture vive, che hanno come scenario la città eterna, descritta nei suoi colori, nei suoi profumi, nei suoi suoni, nelle sue voci che costituiscono la Babele linguistica della Roma postbellica.
E come per tutti i viaggi che si rispettino giunge il momento di ritornare a Itaca, con la commovente interpretazione dell’omonimo brano di Lucio Dalla. Una canzone che non si sofferma banalmente sul punto di vista di Ulisse, ma analizza lo stato d’animo dei compagni di viaggio, coloro che pur temendo per la loro incolumità, si lasciano trasportare dalla curiosità, dal desiderio di conoscere, che è in fondo un paradigma universale, che coinvolge e riguarda tutti…non solo Ulisse!
Lino Guanciale ha salutato Vasto e il suo pubblico con i versi dell’Ode alla pace di Pablo Neruda:
“…Io qui non vengo a risolvere nulla.
Sono venuto solo per cantare
e per farvi cantare con me”.
Francesca Liberatore