Di cosa parliamo – Le elezioni politiche del 4 marzo sono state una batosta per il Pd e i suoi alleati di centrosinistra. In Abruzzo, il risultato è stato ancor peggiore rispetto alla media nazionale. Il 5 marzo, due assessori regionali, Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo, si sono dimessi in aperta polemica con le politiche del presidente, Luciano D’Alfonso, e dell’assessore regionale alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci. Di Matteo è andato stamani a liberare il suo ufficio, ma ha trovato una sgradita sorpresa.
L’AQUILA – “Sfrattato dal proprietario della Regione Abruzzo”. Ha scritto questa frase con un pennarello rosso sul foglio bianco che ha esposto a giornalisti e fotografi.
Donato Di Matteo è arrivato stamattina in Consiglio regionale e ha trovato il suo ufficio chiuso a chiave.
[mic_dx]Di Matteo che, dopo l’uscita dalla Giunta, è rimasto consigliere regionale, appena ha scoperto che il suo ex studio era sbarrato, ha minacciato di chiamare i carabinieri. E’ stato un membro della segreteria di D’Alfonso ad aprirgli la porta dell’ufficio, consentendo a Di Matteo di riprendersi le sue cose e di traslocare.
“Questa brutta sorpresa – afferma l’assessore dimissionario – rasenta il reato di sequestro di atti personali. Mi hanno riferito che il presidente è venuto personalmente a prendere le chiavi, chiudendo le stanze del mio ufficio. Va detto che avevo concordato che questa sera avrei liberato gli uffici, lasciando i locali del quarto piano per spostarmi al quinto. Quanto accaduto è grave. Sono stato sfrattato dal proprietario della Regione Abruzzo. Il mio prossimo atto – annuncia Di Matteo – sarà votare la decadenza di D’Alfonso che non può giocare con le istituzioni”.