L’atto di natura istruttoria “non riveste carattere di definitività e non è idoneo a concludere il procedimento, e pertanto non è impugnabile in via autonoma, in quanto la lesione della sfera giuridica del destinatario è di regola imputabile all’atto che conclude il procedimento”.
Con questa motivazione il Tar di Pescara ha respinto il ricorso presentato dalla Vallecena srl di Vasto contro la richiesta della Regione di integrazioni alla documentazione per il progetto della discarica in territorio di Furci [LEGGI].
Il 20 aprile scorso il Tar di Pescara ha emesso la sentenza sul ricorso della società di Giovanni Petroro rappresentata dall’avvocato Cristiano Bertoncini. I giudici Alberto Tramaglini (presidente), Renata Emma Ianigro e Carlo Buonauro hanno dato ragione quindi al Via che chiedeva altri documenti e al Comune di Furci (rappresentato dal legale Herbert Simone). La Vallecena che dal 2005 cerca di realizzare in località “Cicella” il progetto, quindi, ora dovrà produrre la documentazione richiesta dal comitato di Valutazione d’Impatto Ambientale.
[ant_dx]La società vastese – nelle sue osservazioni al comitato si era detta pronta anche a chiedere il risarcimento dei danni derivati dalle lungaggini burocratiche. Nel corso degli anni – ben 13 – il progetto è cambiato: nel 2016 c’è stata la modifica che ha eliminato l’impianto di trattamento di rifiuti pericolosi, ora è prevista esclusivamente la discarica da 150mila metri cubi per rifiuti non pericolosi.
Dopo il respingimento dei ricorso, quindi, la palla torna negli uffici della Regione per l’ennesima puntata di una saga ultra decennale.