Stanno facendo un grande scalpore le notizie e le immagini di gravi atti di violenza verbale – e, a volte, anche fisica, purtroppo – verso degli insegnanti da parte di studenti.
Sono situazioni veramente inconcepibili, nelle quali qualsiasi valore civile viene sovvertito: chi è delegato ad educare viene sopraffatto da chi, invece, dovrebbe apprendere e, pertanto, evolversi, crescere, sia culturalmente che moralmente. Invece, in questi casi aberranti è la villania che prevale sulla educazione e non viceversa.
Naturalmente il coro di sdegno è unanime e ad esso mi unisco anche io. Tuttavia, il passo successivo allo sdegno mi porta a separarmi dal pensiero prevalente che viene espresso sui media.
“Bisogna rieducare questi ragazzi”, “bisogna comprenderne le ragioni del disagio”, “bisogna dare loro gli strumenti per dare loro maggiore empatia verso gli altri” sono solo alcune delle baggianate che si sente snocciolare.
Io credo fermamente che la primissima cosa da fare sia isolare gli incivili dai civili: a scuola, come per strada, nel lavoro come nella politica, chi dimostra comportamenti non civili, non rispettosi e violenti va isolato dal contesto generale che non merita di essere inquinato.
Poi, naturalmente, ci sarà – ci deve essere – spazio per la rieducazione, per la comprensione, per la crescita emotiva e culturale: questi passi, infatti, sono ciò che differenzia noialtri dai moderni barbari; inoltre, limitarsi a reprimere questi fenomeni è una strategia cieca, che rischia non solo di non risolverli ma perfino di esacerbarli.
Spazio alla rieducazione e alla riabilitazione, certamente, ma solo dopo avere isolato nettamente gli incivili.
Ho letto che alcuni di questi “bulli” verso i professori verranno bocciati: non è sufficiente. Non devono più mettere piede in una scuola, fintanto che non avranno completato un percorso di profonda e severa rieducazione.
Sia chiaro: insieme a loro, vanno rieducate anche le famiglie le quali non solo non sono state in grado di educare e correggere i propri figliuoli, ma a volte arrivano anche a giustificarli!
Chi sbaglia deve pagare: iniziamo dalla scuola e, forse, avremo salvato una delle prossime generazioni dallo sfascio morale di questi tempi.