“Ci hai dato il sorriso”. E’ la compagna di banco del Classico a ricordare, in una lettera rivolta a Massimiliano, i tempi del Liceo “Pudente” di Vasto. Quando prende la parola, le esequie, celebrate dal parroco della cattedrale, don Gianfranco Travaglini, stanno per volgere al termine. La sua lettera sarà accompagnata dal primo dei due fragorosi applausi che salutano Massimiliano Caruso.
E’ lei a ricordare che Massimiliano era una persona solare e che “non avresti voluto vederci tristi”, perché “ci facevi spaccare dalle risate”. Ma “se ci fossimo incontrati, mi avresti detto: ‘Come va?’. Oggi ti avrei risposto che non va bene”.
Un saluto semplice, com’era Massimiliano. Gremita la cattedrale di San Giuseppe. Non è abbastanza grande per contenere tutti coloro che vogliono stringersi attorno ai familiari. A papà Mario e a mamma Maria Vita, entrambi professori, l’abbraccio di tanti ex studenti. Tanti giovani che hanno conosciuto loro e amato Massimiliano, che se n’è andato troppo presto, ieri, all’improvviso, a soli 38 anni.
“Oggi uso poche parole, perché, più delle parole, è eloquente il silenzio”, dice don Gianfranco. In circostanze come queste, “ci chiediamo: ‘Dov’è Dio?’. Dio piange con noi, con il padre e la madre di Massimiliano”. Il parroco conosce bene papà Mario, da decenni direttore del coro parrocchiale di San Giuseppe. Si rivolge a lui e gli parla del suo lavoro di professore che tante nozioni ha insegnato ai suoi studenti, e che ora sta assistendo “alla più grande eucarestia della tua vita”.