Pilkington e Denso “devono continuare a rappresentare il motore principale di sviluppo del territorio”. Per uscire dalle secche della crisi e dal conseguente rischio di riduzione dei posti di lavoro nelle due industrie più grandi del Vastese, la Cgil chiede alle due multinazionali giapponesi proprietarie degli stabilimenti di San Salvo “di chiarire le strategie e gli interventi da realizzare per il mantenimento, lo sviluppo e i conseguenti livelli occupazionali” e si appella a sindacati, imprese e rappresentanti politici per “costruire una rete” perché l’economia del territorio torni a crescere.
Sono gli obiettivi individuati da Germano Di Laudo, segretario provinciale della Cgil dopo la riunione cui, a Vasto, hanno partecipato i rappresentanti sindacali di Pilkington e Denso e i segretari provinciali delle sigle di settore, Filctem Cgil e Fiom Cgil. “La crisi che ormai va avanti dal lontano 2009 – scrive in un comunicato il leader provinciale del sindacato – ha impedito il completamento di un percorso e di relazioni il cui fine doveva essere il definito ancoraggio strutturale al territorio, anche decisionale, in una economia globalizzata e finanziarizzata.
Fin qui le due multinazionali, entrambe giapponesi, hanno messo in atto strumenti diversi per affrontare la situazione di difficolta. Una facendo ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali, l’altra godendo dei frutti prodotti da una profonda ristrutturazione partita prima della crisi. Il contributo che i lavoratori hanno pagato in questo processo è stato determinante.
[mic_dx]In questa situazione di difficoltà scontiamo i ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali che pur condivise, programmate ed in alcuni casi, con strumenti diversi anche finanziati, aggravano ulteriormente le difficoltà di competitività e ulteriore sviluppo del territorio stesso. Logistica, viabilità ed energia non possono più rimanere pura enunciazione ma bisogna individuare un percorso certo realizzativo. Digitalizzazione, portualità, ferrovia (ultimo miglio), autoporto, produzione e costi energetici, riciclo degli scarti prodotti, sono tutte tematiche da affrontare e risolvere definitivamente in tempi brevi.
La Cgil è impegnata nei prossimi giorni su due versanti: incalzare la dirigenza delle due multinazionali, proprio alla luce del momento che stiamo attraversando e che produrrà uno stravolgimento del mercato e della produzione legata all’automotive, al fine di chiarire le strategie e gli interventi da realizzare per il mantenimento, lo sviluppo ed i conseguenti livelli occupazionali; costruire una rete, a partire dal coinvolgimento delle altre organizzazioni sindacali confederali, di rappresentanti istituzionali, imprenditoriali e della politica, affinchè si torni ad essere protagonisti del destino e del futuro”.