Chi si dichiara apertamente fascista si vedrà negare dal Comune di Vasto spazi pubblici per manifestazioni e attività. Lo decide la delibera approvata nell’ultimo Consiglio comunale dalla maggioranza di centrosinistra che sostiene l’amministrazione Menna.
“Antifascismo da operetta”, polemizza il centrodestra, che ha abbandonato l’Aula al momento del voto, dopo “quasi tre ore di dibattito” e attacca gli avversari “che se non agitano i fantasmi del fascismo, movimento che peraltro non non esiste da diversi anni, rischiano di non avere l’alibi per giustificare di non essere in grado di amministrare una città che ha mille problemi quali non sanno, loro, porre una soluzione. Si è consumato ieri, in Consiglio comunale, un vero e proprio psicodramma: esponenti del centrosinistra impegnati e concentrati nell’approvazione di una mozione che sancisce l’impegno, di coloro i quali fanno richiesta di spazi o suolo pubblico, a dichiarare di non essere ‘fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti'”.
Secondo il centrodestra, l’amministrazione e la maggioranza stanno “tralasciando i veri problemi di Vasto, divenuta una città non più sicura e con disservizi che vanno dalle strade colabrodo al malfunzionamento dei servizi pubblici; dall’incuria delle aree verdi all’assenza di un’isola ecologica; dai debiti alla disorganizzazione di una struttura comunale che non ha i mezzi per dare risposte ai cittadini; da un settore turismo senza una guida preparata alla carenza di alloggi popolari. Siamo nella città dove Lapenna ordina e pochissimi consiglieri di maggioranza, Menna, Artese, Marra, Perilli, Paolino, Sputore, Tiberio Lembo e Nicoletti, obbediscono e votano un provvedimento illegittimo e inefficace, tanto che noi siamo usciti dall’Aula al momento della votazione”.
Umore opposto, invece, nella locale sezione dell’Anpi, associazione nazionale partigiani d’Italia, che esprime soddisfazione per l’approvazione della mozione e rivendica di averla proposta: “Nello scorso autunno – dice il presidente, Domenico Cavacini – l’Anpi Vasto e l’Arci avevano inviato una lettera aperta all’amministrazione comunale della città in cui chiedevano di adeguare i regolamenti comunali, subordinando la concessione di suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune, a dichiarazione esplicita di rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano e di non concedere spazi pubblici a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti. Ci è dispiaciuto rilevare la non unanimità del voto, che su temi come questo, resta un atto dovuto ed inopportuni i termini di discussione portati avanti da qualche consigliere, espressione di un atteggiamento irrispettoso della nostra Costituzione. Chi amministra la cosa pubblica non deve dimenticare che i neofascismi ed i neonazismi continuano a diffondersi in Europa, insieme a ripetuti episodi di intolleranza e violenza. Atti come quello di ieri devono richiamare le istituzioni democratiche al proprio compito di vigilanza, perché in gioco non c’è la libertà di opinione. Il fascismo non è un’opinione come le altre perché è un’opinione che nega tutte le altre”.