La Chiesa ortodossa romena ha celebrato ieri sera a Vasto la sua Pasqua. Ad una settimana dalla Pasqua cattolica gli ortodossi si sono ritrovati per la solenne veglia nella chiesa della Madonna del Carmine che, per la prima volta, ha accolto la celebrazione che solitamente si teneva nel piazzale dello stadio Aragona. “Accoglienza – ha detto Padre Petru Bogdan Voicu, parroco ortodosso di Vasto e Termoli – vuol dire non solo aprire le case ma anche le chiese per permettere ai fedeli di pregare”. A testimoniare il legame delle due Chiese cristiane alla celebrazione ha partecipato anche Don Gianfranco Travaglini, parroco di San Giuseppe, tra i promotori del locale tavolo interreligioso.
Centinaia di fedeli hanno raggiunto la chiesa del centro storico vastese che, allo scoccare della mezzanotte, è stata illuminata solo dalle candele accese in quella che è “la notte della luce di Cristo Risorto”. Nella celebrazione della veglia Padre Pietro ha più volte ripetuto quello che, nei giorni della Pasqua, è il saluto dei fedeli ortodossi, “Cristos a înviat!” (Cristo è risorto), ricevendo in risposta “E adev?rat c? a înviat“(E’ vero che è risorto).
[ads_dx]Guidando la preghiera il parroco ortodosso ha letto la lettera pastorale del Vescovo Siluan, guida della Diocesi ortodossa romena d’Italia, in occasione della Pasqua. Nel suo messaggio Siluan invita a pregare “Dio che liberi la Patria e il popolo e che ci guarisca dalle discordie, dalla menzogna e dalla superbia che ci sovrastano”. E poi una preghiera “per il Paese che ci ospita, per il suo popolo e per il mondo intero che cerca disperatamente la propria stella polare e il proprio senso”. Il messaggio di unione tra i due popoli e tra le due Chiese era stato lanciato anche da Padre Pietro nei giorni scorsi [LEGGI]: “Solo aprendosi e conoscendosi si può far emergere il bello di chi viene in un Paese straniero per cercare lavoro e stare serenamente”.
Dopo la veglia all’esterno della chiesa del Carmine i fedeli sono entrati in chiesa dove Padre Pietro ha celebrato la solenne messa pasquale pregando per tutte le intenzioni ricevute, secondo un caratteristico rituale, prima della funzione. In tanti, come da tradizione, hanno fatto ritorno a casa portando con sè le candele e i ceri ancora accesi con cui poi si benediranno le abitazioni nel giorno di Pasqua.