La recinzione arancione e i box metallici indicano che, dopo 13 anni di abbandono, dall’area dell’ex stazione ferroviaria di piazza Fiume si cominciano a rimuovere le ragnatele.
Apre anche a Vasto il cantiere della Via Verde della Costa dei Trabocchi. Sono trascorsi tre mesi e mezzo dal taglio del nastro davanti al cartello che indica l’avvio dei lavori. Recintata parte del piazzale su cui passerà la pista ciclopedonale lunga 43 chilometri, da Francavilla al Mare a San Salvo, in costruzione a due passi dal mare, lungo la linea ferroviaria dismessa nel 2005 e arretrata dopo la costruzione di un’altra opera pubblica lumaca: 16 anni, dal 1988 al 2004, per terminare la galleria da 6 chilometri e 800 metri che si snoda nella pancia del costone di Vasto.
I tempi – Il cartello annuncia che la Via Verde sarà una realtà dal 31 dicembre 2018. Ma tempi diversi sono stati dichiarati il 16 dicembre scorso dal presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo: “Oggi cantierizziamo quest’opera per riconsegnarla tra 600 giorni”, ha detto durante la cerimonia d’inaugurazione del cantiere di Vasto Marina, uno dei cinque tagli di nastro di quella mattina lungo il tracciato che, una volta terminato, sarà riservato agli amanti della bici e delle passeggiate.
Vecchia stazione – Devastata dai vandali, sporcata dai bivacchi notturni, la vecchia stazione di piazza Fiume resta un rudere di valore. Nel 1860, quando fu inaugurata la ferrovia adriatica, non esisteva ancora. Come testimonia uno studio storico dell’architetto Francescopaolo D’Adamo, nel giorno in cui passò il primo treno, la folla accolse sotto un gazebo dell’epoca il re, Vittorio Emanuele II, ospite d’onore del viaggio inaugurale. La stazione fu costruita nel giro di tre anni: aperta nel 1863 e sostituita nel 1988, alcuni chilometri più a sud, dall’attuale scalo di Vasto-San Salvo.
Nella cerimonia del 16 dicembre, il consigliere regionale delegato ai Trasporti, Camillo D’Alessandro, ha annunciato l’esistenza di “due trattative. Con la prima, il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, è riuscito ad acquisire le aree di risulta ottenendo un decremento del prezzo da 50 milioni di pretesa ai 7-8 milioni di euro dell’acquisto. L’altra trattativa è sulle vecchie stazioni, con l’obiettivo di acquistarle e farle gestire dai giovani, poi vedremo con quali modalità. La Via Verde sarà un grande attrattore turistico, attraverso l’offerta bici-ferro: un percorso di 43 chilometri collegato con la montagna, con Roccaraso e le altre località sciistiche, attraverso la strada ferrata”. Ora entrambi, D’Alfonso e D’Alessandro, siedono in Parlamento.
Arriveranno nuove elezioni regionali. Della Via Verde in costruzione si parlerà in campagna elettorale. Nei proclami iniziali, risalenti al Novecento, la ciclovia avrebbe dovuto rappresentare il cardine del Parco della Costa teatina, istituito da una legge nazionale del 1999 ma, nei fatti, mai realizzato. Anzi, osteggiato. Non solo dai portatori di interessi privati, ma anche da ampi settori della politica. Fino al silenzio, quando le parole per giustificare i rinvii sono terminate.