“Voglio vincere per dedicare il Trofeo ai miei genitori, che sono scomparsi di recente, a Giampiero Giannini, mio collaboratore di fiducia, che ci ha lasciato da pochi giorni, e alla memoria Lillino Baccelli, un uomo straordinario con cui ho condiviso tante soddisfazioni sportive”. Luigi Perchinunno è pronto ad affrontare una nuova stagione. L’asso vastese del volante sarà in corsa anche quest’anno nella classe Gran turismo sia nel Campionato italiano che nel Trofeo italiano di velocità in montagna.
“Punto a vincere il Trofeo italiano”, dice il titolare della scuola guida Il semaforo verde mentre è alle prese con la scelta delle gomme della sua Ferrari F430 GT CUP:”Voglio provarle per due-tre giorni in autodromo per poi fare la scelta migliore”. La messa a punto procede al meglio, anche grazie alla collaborazione storica col suo motorista di fiducia, Stefano Recchioni. L’ambizione è giustifcata, per chi ha un palmares invidiabile. E Luigi dirà la sua anche nel Campionato italiano, in cui “vorrei vincere la tappa di Gubbio”, dove ha tanti tifosi che lo aspettano.
Alla partenza di questa nuova avventura, gli mancherà un collaboratore di fiducia: “Giampiero Giannini, purtroppo, se n’è andato all’improvviso sabato scorso”.
Ma il dolore causato dai lutti recenti non ha minato la fiduca di Perchinunno: “Mi sento bene, ho la concentrazione giusta, quella che mi fa gareggiare senza paura di niente e di nessuno”, anche perché potrebbero aprirsi altre prospettive: “C’è l’ipotesi di un contratto per il Campionato europeo. Dopo il 5 aprile vedremo se si concretizzerà”. Intanto riparte dalle gare nazionali con la partnership con Di Carlo Bus.
In memoria di Lillino Baccelli – Luigi Perchinunno non dimentica gli amici che lo hanno sostenuto nella sua carriera. A partire dall’imprenditore vastese Lillino Baccelli, storico fondatore e presidente del pastificio Delverde di Fara San Martino, che credette in Perchinunno e nel suo talento: “Insieme a lui, ho vissuto un quinquennio sportivo esaltante. Con Lillino nacque un rapporto di amicizia. Con me scherzava, con gli altri sembrava burbero, ma aveva un cuore grande. Il suo quartier generale era dove aveva l’oleificio, nei pressi del casello autostradale di Vasto Nord: a me era permesso di entrare anche dove era vietato a tutti i suoi collaboratori.
Ricordo che, dopo i miei successi, il grande giornalista Rai Piero Badaloni venne a intervistare Lillino. Lo intervistò dentro la mia macchina da corsa. Fu un momento bellissimo e, in qualche modo, anche esilarante perché lui, che aveva una corporatura importante, non riusciva a uscire facilmente dall’abitacolo e si lanciò in qualche battuta dialettale che ci divertì molto. A un certo punto, i miei risultati divennero talmente importanti, che Lillino mi chiese di disputare il Mondiale.
Per sponsorizzare me, sarebbe stato disposto a togliere la sponsorizzazione della Delverde a una squadra di calcio di serie A. Rifiutai. Non accettai la sua proposta perché, per partecipare al mondiale, avrei dovuto cambiare auto, acquistando una Tiga con motore Cosworth 3000 da Formula 1, che costava oltre un miliardo di lire. Inoltre, da solo non avrei potuto affrontare competizioni come la 24 ore di Le Mans, per cui sono necessari tre piloti.
Per questi motivi, anche se Lillino mi garantiva un’adeguata sponsorizzazione, con il relativo pagamento dell’iscrizione e delle spese necessarie a sostenere le lunghe e dispendiose trasferte del Campionato del Mondo, declinai il suo invito. Il nostro sodalizio durò cinque anni. Poi, quando Lillino cedette il pastificio ad alcuni acquirenti, terminò anche la partnership.
Cinque anni splendidi. La scomparsa di Lillino Baccelli, avvenuta nei mesi scorsi, ha rappresentato per me un altro dolore grande. Correrò anche per lui”.