Il processo Multopoli deve ricominciare dall’inizio. Lo ha stabilito oggi il Tribunale di Vasto, accogliendo l’eccezione di nullità presentata dagli avvocati delle otto persone finite nell’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale dell’Aquila che, nell’estate 2013, fece scattare il blitz dei finanzieri di Chieti nel Comando dei vigili urbani di piazza San Vitale.
Da quell’indagine, è scaturito il processo, iniziato il 6 dicembre 2016, a carico dell’ex comandante della polizia municipale di San Salvo, Benedetto Del Sindaco, dei vigili Carmela Felice, Angela Monaco, Dino Di Fabio e Nicola Pagano, di Carmela Menna, dipendente comunale, Felicia D’Errico, un’investigatrice privata, e Gianluca Ciavatta, imprenditore privato nel settore del soccorso stradale.
Sotto accusa la gestione delle contravvenzioni nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011. Gli inquirenti ipotizzano l’associazione a delinquere finalizzata a commettere varie tipologie di reato.
Oggi il colpo di scena che azzera il processo. In aula, dinanzi al Tribunale collegiale, un’eccezione di nullità riguardante una serie di atti su cui si fondano le accuse a carico degli imputati è stata sollevata dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Giovanni e Antonino Cerella, Fiorenzo Cieri, Alessandra Cappa, Clementina De Virgiliis, Giovanni Di Santo, Guido Torricella, Augusto La Morgia e Marco Rinaldi. Le parti civili sono rappresentate in giudizio dagli avvocati Nicola Cristofaro (per il Comune di San Salvo) e Delfina Conventi.
Dopo oltre tre ore e mezza di camera di consiglio, il collegio giudicante – composto dal presidente, Bruno Giangiacomo, e dai giudici a latere Stefania Izzi e Michelina Iannetta – ha accolto l’istanza dei difensori.
[mic_dx]“Abbiamo eccepito la nullità di tutto il processo, perché le multe cui si riferiscono le accuse sono state prodotte in giudizio solo oggi”, racconta Cieri. “Il processo ora dovrà ricominciare. Gli atti torneranno alla Procura distrettuale dell’Aquila, che dovrà riformulare il capo d’imputazione e la richiesta di rinvio a giudizio su cui dovrà esprimersi il giudice per le udienze peliminari”, sottolinea Antonino Cerella.
“Il collegio ci ha dato ampia soddisfazione, riconoscendo la lesione del diritto alla difesa, anche se eravamo nel bel mezzo del procedimento”, commenta Cappa. “E’ raro che questo avvenga quando il processo è già nella fase istruttoria”, spiega De Virgiliis.
E ora, con i tempi che si allungano, su tutta questa vicenda giudiziaria inizia a incombere la prescrizione.