In un anno è andata via la puzza, ma è cambiato poco per quanto riguarda l’informazione sulle attività in corso. Tornano a galla i dubbi e le perplessità del comitato DifendiAmo Montalfano sul sito di stoccaggio gas della Stogit del gruppo Snam. I cattivi odori l’anno scorso portarono gli abitanti a scendere in strada per protestare; oggi diversi nodi sono rimasti nel pettine a partire dai rapporti che la società ha con i cittadini.
Il comitato qualche settimana fa ha aderito all’unione dei comitati rete regionale No Hub Abruzzo del Gas partecipando all’affollata riunione tenutasi a Sulmona, dove è in progetto una centrale. La preoccupazione comune a quella degli altri territori è che “la Snam voglia concentrare in Abruzzo gli impianti di stoccaggio per convogliare nel nostro Paese e in gran parte dell’Europa il gas in arrivo da altre nazioni”, spiegano dal comitato.
PIANO EMERGENZA – I timori locali, invece, sono diversi. Innanzitutto c’è l’assenza di un piano d’emergenza comunale rispondente alla legge Seveso. Da tempo, i residenti cercano risposte su questo punto, ma finora non ne sono arrivate. Il Comune di Cupello, nel censimento redatto nel 2013 da Legambiente, risultava ancora deficitario sotto questo punto di vista.
[ant_dx]AMPLIAMENTO – C’è poi il progetto di ampliamento della capacità con la perforazione di quattro nuovi pozzi e lo stoccaggio in sovrapressione (110% rispetto alla pressione originale) [LEGGI]; il sito in questo modo potrebbe immagazzinare 400 milioni Mc standard in più. Il 24 maggio 2017 il ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole al progetto, con numerose prescrizioni, mancava quello del ministero dello Sviluppo economico. “A che punto è la pratica?“, si chiedono dal comitato.
L’aumento delle royalties per il Comune fanno pensare che il progetto sia andato in porto, “Ma noi non abbiamo ricevuto nessuna informazione in merito”, ribadisce il comitato.
ECORISTORO ASSENTE – Sul tavolo restano anche altre questioni irrisolte. Il deprezzamento del territorio ad esempio: “Gli immobili di questa zona hanno perso valore”, sottolineano i membri del comitato.
L’ecoristoro, poi. La convenzione prevede delle royalties per il Comune di Cupello che andrebbero usate per la mitigazione ambientale, “A Montalfano non si è visto nulla di queste opere, come ad esempio le barriere di verde tra le abitazioni e gli impianti”.
“NON C’È INFORMAZIONE” – Su tutto, però, c’è un diffuso clima di disinformazione su quanto accade. Le proteste del febbraio 2017 a causa della puzza [LEGGI] rientrarono anche perché la Stogit si impegnò a colloquiare con i residenti sui progetti in itinere e sull’attività in generale con la promessa di incontri pubblici e spiegare tutto alla cittadinanza, soprattutto sul piano di emergenza esterna. “Questo non è mai successo”, dice il comitato.
Tale circostanza non rende tranquilli gli abitanti ed è “accentuato anche dalle mancate risposte dall’amministrazione comunale di Cupello, nonostante il comitato DifendiAmoMontalfano abbia protocollato due volte la richiesta di un incontro pubblico, promesso sia dalla Stogit e dal Comune nei precedenti incontri fatti con i vertici”.