Due anni duri per tutti per evitare i licenziamenti. È ciò che si prospetta per la Pilkington di San Salvo. È quanto emerso nell’incontro tra sindacati e dirigenza di venerdì scorso per definire il budget per i prossimi anni. Le impressioni che il presidente Graziano Marcovecchio aveva espresso qualche tempo fa [LEGGI] sono state confermate.
PARABREZZA E LATERALI – Lo stabilimento viaggia a due marce. Il settore dei laminati (i parabrezza) resiste, ma la spinta attesa non si è avuta a causa dell’andamento generale del mercato auto. La speranza di far tornare i reparti a pieno ritmo, per ora, è rimandata.
C’è poi il capitolo “Temperati” ed è quello che preoccupa maggiormente. Qui la concorrenza è aumentata, a quella est-europea si è aggiunta quella cinese che ha deciso di investire in modo deciso in Germania, vicino alle principali case automolistiche europee (la lontananza geografica dai mercati di riferimento e un sistema logistico non proprio dei migliori sono altri punti che non giocano a favore dello stabilimento sansalvese). Gli ordinativi di finestrini laterali e lunotti posteriori sono in affanno.
“Nell’incontro – dice Arnaldo Schioppa della Uiltec – abbiamo chiesto di fare pressioni con la Nippon Sheet Glass (il gruppo proprietario, nda) per avere investimenti in tecnologia su San Salvo in modo da poter proporci per altre importanti commesse per le quali ora non possiamo competere”.
[ant_dx]“Sono in arrivo due anni difficili – conferma Emilio Di Cola della Filctem Cgil – in cui tutti dovremo stringere i denti. È il momento che anche la politica faccia la sua parte“. I due anni sono quelli che partiranno dal prossimo 24 settembre, quando termineranno i contratti di solidarietà che finora hanno tutelato i 190 esuberi; questo numero è rimasto inalterato, ma se gli impianti non torneranno a produrre a regime potrebbero lievitare. Nel 2021 si potrà accedere nuovamente agli ammortizzatori sociali, ma è chiaro che vada trovato un piano alternativo in grado di camminare autonomamente.
I passaggi verso Primo e Bravo sono iniziati da tempo, così come le operazioni per riportare all’interno della Pilkington alcune lavorazioni (e qui a risentirne saranno le ditte esterne). Misure palliative queste, in attesa di sbrogliare il vero nodo: gli investimenti in tecnologia per competere in Europa.
Il presidente Marcovecchio nell’intervista di un mesa fa, parlando della concorrenza esterna, disse che i cinesi avevano scelto la Germania per la sua stabilità; un modo per dire che segnali importanti sono attesi anche dal governo che al momento non c’è.