Il Cotir è un ente pubblico non economico, quindi i dipendenti non possono essere licenziati in base alle norme dei rapporti lavorativi privati. È quanto ha stabilito la sentenza di oggi della Sezione del lavoro del tribunale di Vasto che ha accolto il ricorso contro il licenziamento di 14 lavoratori (assunti dopo aver vinto un concorso pubblico) stabilendo per loro il reintegro: “Deve riconoscersi la natura di ente pubblico non economico del Cotir sul rilievo che esso è stato istituito dalla Regione con legge regionale per il perseguimento di fini e per lo svolgimento di attività di interesse generale, secondo criteri di efficacia, efficienza e di economicità (Cass. 25749/2016); rilevano al fine della suddetta qualificazione inoltre i sgeuenti elmenti: il capitale sociale è costituito da quote versate da enti pubblici, il personale è stato assunto con pubblico concorso, il Consorzio è finanziato dalla Regioni e da enti pubblici e non ha fini di lucro. Tali circostanze depongono tutte per la qualifica del Consorzio come organismo di diritto pubblico non economico“.
[ant_dx]I dipendenti (rappresentati dai legali Carmine Di Risio, Fabrizio Proietti, Luigi Cerchione e Olivia Mammarella Tosè), per questo motivo, non potevano essere licenziati contravvenendo a quanto disposto dalla legge Madia.
“Siamo soddisfatti di questa sentenza”, commenta l’avvocato Di Risio. “E la prima sentenza del genere in questo settore”. Un verdetto che può fungere da apripista per altri ricorsi analoghi.
Il centro di ricerca è stato messo in liquidazione nei mesi scorsi, nonostante le numerose rassicurazioni arrivate a più riprese dalla Regione. Per adesso i lavoratori non si esprimono: su tutti loro (27) grava comunque una procedura di licenziamento collettivo, “la vicenda non va strumentalizzata”, si limitano a dire.
Non è dello stesso parere il consigliere regionale di centrodestra, Mauro Febbo che attacca: “Certificato il fallimento dell’azione politica di D’Alfonso e Pepe”.