Ci fu anche un finanziere vastese, Tommaso Saraceni, tra le vittime del massacro delle foibe. Celebrato oggi a Vasto il Giorno del Ricordo in memoria degli oltre 15mila italiani massacrati negli eccidi avvenuti durante e dopo la Seconda guerra mondiale in Venezia Giulia e Dalmazia per mano dei partigiani jugoslavi del capo comunista Tito. Le foibe, cavità carsiche in cui furono gettati i corpi della maggior parte delle vittime, danno il nome a una delle pagine più tristi della storia contemporanea.
Su iniziativa del Comitato 10 febbraio, presieduto da Marco di Michele Marisi, in questi giorni il dramma delle foibe è stato commemorato in diverse città e paesi della provincia di Chieti. Ieri la cerimonia nel capoluogo, stamani a Vasto, in piazza Caprioli, davanti al Monumento ai Caduti.
Nel suo discorso introduttivo, Marco di Michele Marisi scandisce le parole “pulizia etnica” per sottolineare che è stata una strage “di tutti gli italiani, che avevano l’unica colpa di essere italiani. Le istituzioni hanno fatto finta che quel sangue versato dagli italiani non fosse mai esistito”. E’ stato “un silenzio assordante”.
“Non dobbiamo fare – ammonisce Francesco Menna, sindaco di Vasto – Lo stesso errore che hanno commesso intere generazioni di italiani”.
Il professor Antonio Fares ricorda che “duecento abruzzesi furono tra le vittime di questo massacro”. Furono “uccisi con una pietra al collo, fucilati, o deportati e scomparsi”.
Immancabile e, come ogni anno, toccante la testimonianza di Magda Rover, esule che ha vissuto quegli eventi drammatici sulla sua pelle, incisi nei suoi ricordi e negli affetti familiari. Il suo appello: “Non bisogna continuare a negare”.