550 cinghiali abbattuti con la caccia di selezione e il piano di controllo durante i mesi estivi e oltre 1.000 nel periodo di apertura della caccia (con il metodo della braccata). È il bilancio del 2017 consegnato dalla polizia provinciale negli scorsi giorni alla Regione Abruzzo riguardo gli abbattimenti nel Vastese.
Nonostante questi numeri, il problema della massiccia presenza di cinghiali nel territorio è ancora sentito e a intervalli regolari dà vita a incidenti e incontri ravvicinati (senza considerare i danni all’agricoltura). Solo la settimana scorsa a Vasto si sono registrati due incidenti d’auto, senza dimenticare la famiglia chiusa in casa con un grosso esemplare nel giardino [LEGGI].
Un piccolo passo in avanti è però stato fatto con la deliberazione di giunta regionale 224/2017, “Questo piano – spiega la polizia provinciale coordinata da Antonio Miri – ha permesso ai sindaci e alle aziende agricole di presentare delle richieste di intervento. Abbiamo così collaborato con i selecacciatori del posto designati dall’Atc e anche grazie a loro, che agiscono in completo volontariato, abbiamo avuto questi risultati”.
Nella città vastese sono stati numerosi gli interventi richiesti, sopratutto alla marina e in località Montevecchio: qui ne sono stati abbattuti 20.
[ant_sx]Sul tavolo resta un problema insoluto, quello dell’assenza di piani di controllo all’interno delle riserve naturali regionali. Punta Aderci, Bosco di don Venanzio, Lecceta di Torino di Sangro, Grotta delle Farfalle (Rocca San Giovanni), Ripari di Giobbe (Ortona) rappresentano una lunga fascia costiera nella quale i cinghiali sono liberi di proliferare.
“Solo sulla costa ne sono stati abbattuti 200. Non possiamo procedere agli abbattimenti nelle riserve naturali regionali – spiega la polizia provinciale a zonalocale.it – perché è l’ente gestore che dovrebbe studiare un piano di controllo, ma in questi caso non è stato fatto. I colleghi dell’Aquilano stanno attuando il piano di controllo anche dentro il parco nazionale Sirente-Velino, perché si può fare in un parco nazionale e non in una riserva regionale? Queste aree sono serbatoi naturali per i cinghiali che di notte escono per cercare cibo attraversando strade e centri abitati. Se non si preleva all’interno delle zone precluse, il problema non si risolverà”.