Di cosa parliamo – Il Comune di Vasto ha dato parere positivo alla valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) riguardante il progetto di cementificio a freddo che una società di Foggia, la Es.cal. srl, vuole realizzare nella zona industriale di Punta Penna, nella fascia esterna di rispetto della Riserva naturale di Punta Aderci. Critiche le associazioni ambientaliste. Polemiche da centrodestra, M5S e sinistra.
Centrodestra e movimenti civici: “Cianci si dimetta” – Le dimissioni dell’assessora all’Ambiente del Comune di Vasto, Paola Cianci. A chiederle sono i sei consiglieri comunali della coalizione centrodestra-movimenti civici: “Le consigliamo, invece di convocare inutili e superflui tavoli con le associazioni ambientaliste, di scegliere la via della dignità: imbocchi le porte del protocollo di piazza Barbacani e rassegni le proprie dimissioni irrevocabili”, chiedono Davide D’Alessandro, Alessandro D’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazi, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani, che parlano di “patetica debacle”, “bieco e maldestro tentativo di confondere l’opinione pubblica” e di amministratori comunali che “di giorno fanno gli ambientalisti e di notte farfugliano scuse”.
M5S: “Fornire i dati” – Il Movimento 5 Stelle annuncia “una mozione sull’argomento nel primo Consiglio comunale successivo a quello monotematico del 29 gennaio” e bolla il sì del settore Urbanistica come “un autogol nella porta del sindaco, che si era chiaramente espresso contro un insediamento sfavorevole alla vocazione turistica dell’area interessata. Non diversamente si era espresso l’ex sindaco Lapenna, per non parlare delle ben note posizioni ambientaliste della vice sindaca Cianci e del consigliere Marra. Se da un lato ci fa piacere constatare l’autonomia di giudizio della dirigenza nei confronti delle opinioni della politica, dall’altro dobbiamo stigmatizzare l’incapacità del sindaco nel controllare l’operato della stessa dirigenza, cui andrebbero chiesti i necessari chiarimenti a fronte di atti amministrativi palesemente superficiali, come nel caso in questione”.
I pentastellati rivolgono una serie di domande all’amministrazione di centrosinistra: “Il dirigente del settore 4° scrive infatti nella sua relazione che la capacità dello stabilimento pari a circa 504.000 tonnellate l’anno, comporterà un traffico di 50 camion al giorno. Questi dati sono del tutto insufficienti ed esposti alle seguenti domande: Come sono stati calcolati i 50 camion al giorno, partendo dalle 504.000 tonnellate l’anno? Quando si dice ‘al giorno’ a quanti giorni l’anno ci si riferisce? 265, 365 o altri? Quante tonnellate trasporta mediamente un camion? La fabbrica lavora a ciclo continuo? E per quanti giorni alla settimana? Cinque o 7? Quante navi arriveranno al porto e quante tonnellate di clinker dovranno essere scaricate per ogni nave? In quali orari saranno condotte le operazioni di scarico e trasporto dei materiali allo stabilimento? Quante tonnellate di materie prime e di prodotti finiti saranno stoccate nello stabilimento? Le dimensioni dello stabilimento sono sufficienti per tali quantitativi da stoccare? Quali sono le aree di sosta previste per i camion in attesa di scaricare le materie prime e di caricare il prodotto finito da spedire?”.
Potere al popolo: “Da Punta Penna a Punta cemento” – Gli attacchi all’amministrazione Menna arrivano non solo da destra e Cinque Stelle, ma anche da sinistra: “E’ vergognoso il sì del Comune di Vasto alla realizzazione di un cementificio a pochi passi dalla Riserva Naturale di Punta Aderci, uno dei luoghi naturalisticamente più preziosi dell’intera costa adriatica”, tuonano Marisa D’Alfonso e Carmine Tomeo di Potere al popolo. “E’ passato meno di un anno dall’ordine del giorno di Si per Vasto in cui il Consiglio Comunale, a larga maggioranza, impegnava l’amministrazione comunale Pd-LeU a ‘porre in essere tutte le azioni amministrative’ contro il progetto di impianto per la ‘produzione di leganti idraulici (cemento)’. Non più tardi di qualche settimana fa, il sindaco Pd rassicurava sulla stampa affermando che il cementificio ‘contrasta con l’idea di turismo ecosostenibile che rappresenta il vero strumento di sviluppo turistico per il nostro territorio'”.
Il parere positivo del Comune di Vasto “è anche conseguenza del colpevole boicottaggio del Parco della Costa Teatina da parte della Regione Abruzzo, governata dalla medesima coalizione PD-Liberi e Uguali. Il presidente D’Alfonso e il governo Pd hanno bloccato l’iter del Parco. Il risultato è che il Parco Nazionale della Costa Teatina (sbandierato come “cavallo di battaglia” dal centro sinistra per anni) appare sempre più una chimera e la definizione di Punta Penna come zona di mantenimento della qualità dell’aria e la de-industrializzare resta solo e soltanto sulla carta”. Secondo Potere al popolo, è in atto una metamorfosi “da Punta Penna a Punta cemento”.
Ivo Menna: “La città si mobiliti” – “Una forte mobilitazione cittadina, una protesta civile come al tempo in cui si riuscì a bloccare la centrale a biomasse”. E’ l’appello dell’ambientalista Ivo Menna, fondatore del movimento politico La Nuova Terra. “Dopo anni di lunghe lotte e battaglie per la conservazione e la tutela di una area pregiatissima, divenuta grande occasione di economia nuova fondata su turismo ambientale e tutelata da una legge regionale, e le recenti affermazioni inequivoche del sindaco che lasciavano aperta una grande speranza per definitivamente riconvertire una area saccheggiata per 50 anni da interessi industriali, contrastanti con una visione moderna e nuova fondata su altra economia, siamo purtroppo giunti a questo epilogo e alla sconfitta della politica e dell’ambiente”, commenta in un comunicato.
“La vicesindaca e assessora all’ambiente, Paola Cianci, esce malconcia dalla decisione assunta dal dirigente del settore urbanistico. Costretta a subire questa scelta, dopo avere garantito in diverse occasioni pubbliche ai suoi ambientalisti, che mai altro insediamento inquinante sarebbe nato in quella area delicata e sensibile. Adesso i nodi vengono al pettine e le sue contraddizioni esplodono, come d’altronde si manifestano anche per il collega Marra, anche lui difensore accanito dell’ambiente, ma solo a parole. In dieci anni in cui sono stati al governo cittadino, la subalternità a Lapenna, ex sindaco, si è dimostrata, non riuscendo a modificare lo strumento di pianificazione urbanistica, ovvero quel Piano di Assetto Naturalistico che avrebbe impedito qualsiasi localizzazione industriale inquinante in quella area”.
“Altro vero scandalo è il silenzio del Partito democratico, il cui segretario Lapenna, che porta intera la responsabilità di questa situazione da 10 anni, continua a latitare mettendo in difficoltà il sindaco, Francesco Menna. Un solo articolo sarebbe bastato per impedire questo nuovo attacco all’ambiente e ai suoi difensori: introdurre nel Piano di Assetto naturalistico il divieto di realizzare industrie insalubri di prima classe o a rischio di incidente rilevante, e vietando ampliamenti agli attuali esistenti complessi industriali”.