Il sole che splende a Rigopiano ha un sapore amaro pensando che qui, un anno fa, 365 giorni fa, c’erano soltanto neve e distruzione. A ricordarlo sono quel cumulo di macerie ancora fermo al suo posto, immobile comela montagna in cui c’è uno squarcio tra la fitta selva di alberi, una cicatrice indelebile che in un attimo fa capire quale sia stata la forza di quella valanga che ha imprigionato le persone che, in quel 18 gennaio, erano all’interno dell’Hotel Rigopiano. A Farindola e in tutto l’Abruzzo è il giorno della memoria, è l’anniversario della morte di 29 persone che hanno esalato l’ultimo respiro proprio qui, sotto quel cumulo di macerie che, un anno fa, era sepolto da un cumulo di neve. Per i genitori, i figli, i fratelli e le sorelle, i nonni, gli amici, è un giorno in cui il dolore si rifà più forte, se mai ci potrà essere un giorno della loro vita in cui ciò che ha colpito le loro famiglie non porterà loro tristi pensieri.
[ads_dx]Nel luogo dove si accedeva a quell’hotel vengono deposti fiori, candele, foto, lettere in una lunga giornata che inizia con le note del “silenzio” e viene poi accompagnata dalla fiamma delle fiaccole, dalle preghiere nella messa celebrata da monsignor Valentinetti. E poi un pomeriggio nel palazzetto di Penne, il luogo in cui tante delle persone che sono lì un anno fa hanno scoperto che i loro cari non ce l’avevano fatta. A stringersi al Comitato vittime di Rigopiano ci sono tanti dei soccorritori che per lunghe ore hanno marciato nella tormenta, hanno scavato tra le macerie a mani nude per cercare di salvare le persone che erano lì sotto. E lo hanno fatto senza risparmiarsi, vedendo riempirsi il cuore di gioia quando hanno tratto in salvo i superstiti e con il dolore quando ormai non c’era più speranza.
Una lunga giornata in cui i volti di Jessica Tinari e Marco Tanda, di Luciano Caporale e Silvana Angelucci, delle altre 25 persone che con loro hanno perso la vita, sono stati sempre presenti accompagnati da due messaggi: “per non dimenticare” e “mai più“. Non accada mai più, in questa Italia martoriata e che sembra non imparare mai dai suoi errori, che accadano tragedie come quella di Rigopiano.
Nello speciale di Zonalocale il racconto della giornata del 18 gennaio a cura di Giuseppe Ritucci e Martina Luciani con le immagini di Nicola Cinquina. Abbiamo raccolto le voci dei familiari di Jessica Tinari, Luciano Caporale e Silvana Angelucci, quelle dei primi soccorritori ad arrivare sul posto, Lorenzo Gagliardi del gruppo alpino della Guardia di Finanza, Ivo Delli Rocili, dei vigili del Fuoco di Pescara e Diego Antonucci, del Soccorso alpino e speleologico d’Abruzzo, di Sabrina Della Gatta, amica di Jessica Tinari, le parole di Pino Insegno, presentatore della giornata del ricordo, e Antonio Morelli, presidente del Comitato vittime del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, presente a Penne insieme ai rappresentanti dei comitati vittime di Viareggio, di Amatrice e de L’Aquila.