“E’ impensabile che i pazienti, in attesa di essere visitati e curati, debbano aspettare dalle 4 alle 11 ore in un’angusta e fredda saletta dell’ospedale di Vasto, con la conseguenza che, come ho potuto verificare personalmente ieri, alcuni casi si aggravano col trascorrere delle ore”. Antonio Borromeo, presidente dell’associazione Papi Gump-per i diritti dei minori, ieri ha chiamato i carabinieri.
“Ho chiesto l’intervento delle forze dell’ordine perché verificassero le condizioni in cui versa il pronto soccorso dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto. Ero lì per motivi personali e ho constatato che i tempi di attesa sono lunghissimi e i codici di priorità“, dal rosso per i casi più urgenti, al verde per quelli meno gravi, passando per l’arancione e il giallo, “non sempre vengono assegnati correttamente. E’ quanto accaduto a un mio familiare: entrato in ospedale con un codice verde alle 8 del mattino, si è aggravato ora dopo ora, fino a diventare codice rosso. Ho chiesto quale medico fosse reperibile d’urgenza, ma mi hanno negato una risposta. Per questo, ho chiamato i carabinieri. La nostra associazione chiede alla Asl di mettere a disposizione dei pazienti strutture adeguate: non è possibile far stazionare 40 persone per un’intera giornata dentro una stanza stretta e fredda, per di più in un periodo di picco influenzale, con personale insufficiente e con un’opinabile valutazione delle priorità. Il pronto soccorso – conclude Borromeo – non deve essere un magazzino di esseri umani”.