I dati 2017 segnano un vero record per i musei italiani, che hanno superato la soglia dei 50 milioni di visitatori con incassi che hanno sfiorato i 200 milioni di euro. Rispetto al 2016, c’è stato un incremento di 5 milioni di visitatori e di 20 milioni di euro.
La confortante notizia fa seguito al boom di ascolti registrato da Rai1 dapprima con “Danza con me”, la trasmissione che ha visto trionfare nei consensi l’étoile “dei due mondi” Roberto Bolle e, qualche giorno dopo, con “Meraviglie. La penisola dei tesori”, l’entusiasmante viaggio, guidato con competenza, garbo ed eleganza da Alberto Angela, alla scoperta delle meraviglie d’Italia.
Due esempi di trasmissioni che fanno bene al cuore, all’anima e alla mente. Due esempi di trasmissioni che indicano cosa dovrebbe essere il servizio televisivo pubblico, purtroppo sempre più al soldo della politica (quella con la “p” minuscola) e di interessi privati.
Con immensa gioia, possiamo dire che, finalmente, la cultura, l’arte e la bellezza sono tornate a vincere. Il messaggio è chiaro: oltre al “trash”, agli insulsi salotti televisivi, a risse e volgarità di ogni genere, c’è dell’altro. C’è il bisogno sempre più disperato che gli italiani (e non solo loro!) hanno di “bellezza”.
Quella bellezza che ha fatto grande l’Italia, oggi sacrificata sull’altare dell’ignoranza e della cialtroneria, dell’interesse privato e del clientelismo, del menefreghismo e dell’assenza di valori, del consumismo e del vuoto della Politica (quella con la “P” maiuscola).
Forse, però, non tutto è perduto. L’aumento considerevole di visitatori nei musei e l’enorme consenso alla coppia Bolle/Angela lasciano ben sperare. Gli italiani non sono solo cani di Pavlov condizionati dal “brutto” che li circonda. Forse, c’è ancora speranza di riscoprire la bellezza che, come dice Fëdor Dostoevskij, “salverà il mondo”.