“La Corte dei Conti ha richiesto estrema attenzione a tutti i Comuni, compreso quello di Vasto, sull’eccessivo ricorso all’utilizzazione dell’anticipo di Tesoreria. Il Sindaco di Vasto, Francesco Menna, nella nota trasmessa alla Corte dei Conti puntualizza i motivi del ricorso all’anticipazione di tesoreria, a cui il Comune ha dovuto far ricorso per la realizzazione di alcune opere pubbliche, tra le quali la bonifica delle ex discariche, il pagamento delle spese per il mantenimento del Tribunale e degli uffici per il Centro per l’Impiego, i servizi sociali e socio assistenziali. Le somme anticipate che al Comune dovranno essere restituite dallo Stato e dalla Regione”.
Lo afferma un comunicato stampa dell’ammninistrazione comunale di Vasto, secondo cui “a tale carenza finanziaria bisogna aggiungere la riscossione della prima rata (giugno) e della seconda rata (dicembre) Imu. Tali somme, che rappresentano l’ossatura principale degli introiti del Comune, vengono pagate dai cittadini con il modello F24 e pertanto introitati dallo Stato, che dopo averne mantenuto una parte, per il proprio funzionamento, ne rimette il resto agli enti locali, con un notevole ritardo che genera appunto quella carenza finanziaria che richiede il ricorso all’anticipazione di tesoreria. La somma che verrà trattenuta dallo Stato rispetto all’Imu versata quest’anno è pari a 2.060.000 euro. La deliberazione adottata dal Consiglio Comunale è in linea con quelle adottate da tutti gli altri Comuni, anche della zona”.
“La Corte dei Conti – ha dichiarato il sindaco Francesco Menna – ha acclarato che il Comune di Vasto è in anticipazione di cassa e quindi non si parla di debito o buco di bilancio come vuole certa opposizione, ma è un’anticipazione di cassa soprattutto perché il Comune avanza ingenti somme dal Ministero, dallo Stato centrale, dalla Regione e da altri Enti. Fatto acclarato nelle lettere messe a disposizione sul sito istituzionale e sul profilo Facebook del Comune di Vasto, con massima trasparenza e serenità. E’ una nota molto positiva. Certa opposizione invece continua a parlare di buco di bilancio, di fallimento, facendo un danno all’immagine del nostro Comune, creando disagio ai cittadini e facendo un’azione che vuole solo portare ad una paralisi del Comune. Sono ben lieto – ha concluso Menna – di fare un Consiglio Comunale straordinario come richiesto dall’opposizione. Cominceremo a parlare degli aspetti finanziari dagli anni Ottanta ad oggi”.
“Al sindaco non piace la parola buco. Certo, se dovessimo far riferimento allo scostamento denunciato dalla Corte dei conti, pari al 78% tra entrate e uscite, dato che nessun Comune abruzzese può vantare, dovremmo parlare di voragine, non di buco”, contrattacca Davide D’Alessandro, consigliere comunale di Vasto2016.
“È una voragine aperta da Lapenna e ulteriormente allargata dall’amministrazione Menna, che continua a spendere ciò che non ha, soprattutto per remunerare scatole vuote, alimentare il familismo e far pagare a tutti i cittadini i vantaggi e i premi di cui godono sempre i soliti noti. L’immagine di Vasto la sta rovinando lui anche se, dopo Lapenna, c’è ancora pochissimo da rovinare. Eppure, lui ci sta riuscendo perché non ascolta quanti, come i consiglieri di opposizione, gli possono insegnare qualcosa, si arrocca sulle posizioni che gli vengono suggerite, parla di attivo ma dice di aver ereditato debiti. È molto confuso Francesco Menna e, ciò che più conta, dimostra di non essere all’altezza per fare il sindaco di Vasto. Ha in Giunta assessori rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione pur essendo stato costretto, da noi, a costituirsi parte civile contro di loro; ha a staff un signore che è stato sfiduciato dal Consiglio con una maggioranza schiacciante; ha altri problemi seri e gravi che gli stanno per piovere addosso; scappa dai Consigli comunali che contano; vota contro l’attuazione di un articolo dello Statuto. Lo aspettiamo in Consiglio, al prossimo Consiglio, quello che aveva promesso e non ha fatto, al Consiglio sui buchi e sulle voragini, sulle scatole vuote che remunera con 36 mila euro. Altro che terrorismo. Altro che danno di immagine”.