Un bagno realizzato in mezzo alla vegetazione a poche decine di metri dal mare in località Casarza, lungo il litorale di Vasto. Nel timore che lo scarico (convogliato tramite un tubo di plastica arancione che sfocia sul terreno) possa raggiungere il mare, Luca, Mirko e Roberta Di Nanno, titolari di un’attività turistica che si trova su un terreno confinante hanno presentato – ritenendo anche che lo scarico si trovi sulla loro proprietà – un esposto al procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, alla Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, al dirigente del Servizio di epidemiologia, igiene e sanità pubblica e al comandante della polizia municipale, Giuseppe Del Moro.
Nel documento, i tre imprenditori “informano che in località Casarza sono stati riscontrati sversamenti di acque reflue sulla nostra proprietà (terreno agricolo coltivato) provenienti dalla realizzazione di servizi igienici e docce”.
Per questo, gli autori dell’esposto chiedono alle autorità destinatarie della segnalazione di “compiere gli opportuni accertamenti e verificare la regolarità di tale scarico sia in relazione al provvedimento di autorizzazione, sia in relazione al rispetto dei parametri di immissione di sostanze inquinanti stabilite dalla legge e se godano o meno di tutte le autorizzazioni previste dalla legge”.