Di cosa parliamo – La scorsa settimana il Consiglio comunale di Vasto ha approvato all’unanimità il nuovo Piano sociale distrettuale, che regola l’erogazione dei servizi alle persone bisognose. Sul significato del nuovo documento di programmazione e sui problemi ancora da risolvere, Zonalocale ha intervistato l’assessora alle Politiche sociali, Lina Marchesani.
Assessora Lina Marchesani, cosa cambierà in concreto col nuovo Piano sociale distrettuale?
“Il Piano è uno strumento di programmazione. E’ il primo, vero piano di integrazione socio-sanitaria. Cambiano i rapporti con l’azienda sanitaria. Sociale e sanità sono sullo stesso piano. Cambiano, di conseguenza, le dinamiche dei servizi: Comuni ed azienda uniti per il raggiungimento del benessere dei cittadini. E’, infatti, il primo ambito distrettuale non monocomunale: Vasto è ente capofila di nove realtà municipali. E’ uno strumento innovativo che, comunque, riesce a mantenere inalterato il livello dei servizi erogati ai cittadini. Non era facile, ma si è trattato per noi di un obiettivo imprescindibile, soprattutto in un momento di crescenti difficoltà sociali. Sono contenta che l’intero Consiglio abbia condiviso questa necessità, votando favorevolmente: lo considero un voto dal grande significato politico”.
Quale significato?
“Penso che certi temi possono solo unire e non dividere gli schieramenti politici. Essere uniti su un Piano che ha lo scopo di far fronte alle necessità dei cittadini è certamente un bel segnale. Spero che sia solo la prima di altre occasioni di incontro”.
Avrete a disposizione meno fondi rispetto al passato. Quanto peseranno i tagli sui servizi da erogare?
“In effetti la contribuzione regionale e nazionale è inferiore rispetto al passato. Non è stato facile far quadrare i conti per garantire i servizi. Gli enti hanno dovuto, comunque, razionalizzarli per non causare disagi all’utenza e scongiurare gli effetti negativi per le dinamiche occupazionali. In prospettiva, però, le risorse indirette, non ancora definite, aprono senari di fiducia e speranza. E’ chiato che tali risorse dovranno vedere Vasto attore nel processo unitamente agli altri Ambiti. Saranno privilegiate le aggregazioni di soggetti pubblici. Comunque voglio chiarire che l’Ambito del Vastese non si lascerà scappare l’opportunità”.
Il Consiglio comunale di Vasto ha apportato delle modifiche al regolamento sui sussidi di povertà. Fino ad oggi c’è stata troppa discrezionalità nell’assegnazione dei contributi alle persone bisognose?
“Il Consiglio comunale ha definito gli aspetti formali del regolamento per l’erogazione dei contributi in favore delle famiglie meno fortunate. Ciò non significa che fino a ieri non siano stati seguiti indirizzi di trasparenza. Il Consiglio ha voluto giustamente recepire indicazioni di opportunità segnalate dal Difensore civico regionale. Resterà in capo al dirigente l’adozione delle decisioni di carattere gestionale. In assoluta trasparenza, equità e senza alcuna discriminazione”.
I voucher (i buoni lavoro per persone in difficoltà economiche) sono stati aboliti. A Vasto li avevano richiesti oltre 300 cittadini. Il Comune come aiuterà tutti questi disoccupati?
“Come si sa, l’istituto dei voucher Inps non è più in vigore. E’ stato un utile sostegno. Sarà necessario individuare modalità alternative, come ad esempio Abruzzo Include, dare massima diffusione ad iniziative nazionali, come il Reddito di Inclusione, ed essere pronti a captare risorse destinate al sostegno dei nuclei familiari in difficoltà economica ed alla loro inclusione”.
Cosa intende fare per affrontare il crescente disagio sociale, alimentato soprattutto dalla povertà in cui sono precipitate tante famiglie dal 2008 a oggi?
“Potenziare tutti gli strumenti di socialità, a partire dalle forme di partecipazione che un’amministrazione può mettere in campo: Tavolo permanente per la disabilità e Forum delle associazioni, che partiranno i primi mesi del prossimo anno. Al Centro polivalente Berlinguer, che doteremo di un regolamento interno, ripartiranno le attività del Progetto giovani e dell’Informagiovani, accanto a quelle della Consulta giovanile. Occorre investire su questi luoghi di incontro e crescita per recuperare il senso della comunità. E’ molto necessario”.