Davide D’Alessandro è partito da una premessa: “I cento ritratti di Veneziani li attraverserei tutti e staremmo qui fino a domattina. Ovviamente, non è possibile. Accontentiamoci”. E il pubblico presente a questo regalo di Natale del Festival di Cultura, Filosofia e Politica, ideato da Davide D’Alessandro e Antonio De Simone, ha mostrato di gradire ugualmente, pur restando con l’acquolina in bocca perché avrebbe voluto ascoltare altre pennellate dello scrittore pugliese.
Partendo da Dante, passando per Machiavelli, Prezzolini, Gramsci, Gentile, Heidegger, Cioran, De Felice, Hillman e arrivando a Montanelli e Severino, la carrellata ha riservato giudizi, interpretazioni e letture autentiche da parte di un uomo di cultura che ha scritto dopo aver tanto letto.
Veneziani, dialogando con D’Alessandro, ha spiegato perché questi maestri sono “sconvenienti”: hanno contraddetto e contestato il proprio tempo, andando oltre. E hanno lasciato un’opera, una traccia e di queste opere, di queste tracce, abbiamo ancora bisogno proprio oggi per compensare un mondo vuoto, inconsistente, privo di sostanza.
Sollecitato sulla politichetta di oggi, Veneziani ha dichiarato tutto il proprio sconcerto: “Un mondo è finito e un altro stenta a nascere”. Il tramonto ha investito la cristianità, la politica, le basi solide sulle quali era possibile costruire qualcosa. Abbiamo cambiato troppe cose e in troppo breve tempo. Ora, al contrario dell’assunto di Marx, si tratterebbe di cominciare a interpretare questo mondo, a comprenderlo. Non può finire così, con il mondo dei selfie, del niente, dell’iphone 10. C’è altro nella vita, è altro la vita.
“Imperdonabili. Cento ritratti di maestri sconvenienti”, edito da Marsilio, testimonia che “arriva un momento della vita in cui senti il bisogno di riconoscere e ringraziare i maestri che ti insegnarono a loro insaputa, gli autori che hai letto e che hai amato, che ti hanno fatto pensare o che ti hanno fatto trascorrere ore di luce e di gioia”. La stessa luce e la stessa gioia che Marcello Veneziani è riuscito a trasmettere per circa 100 minuti al pubblico presente della sala della Società operaia. Cento minuti… per cento maestri.