La situazione non è più solo drammatica: è tragica. La città è in guerra. In guerra con se stessa, contro se stessa. Un mare di rifiuti illecitamente abbandonati violenta ormai ogni angolo della mia terra. Non si tratta più solo di inciviltà, ma di un assalto sistematico all’ambiente da parte di un esercito crescente di inquinatori.
La raccolta differenziata dei rifiuti resta una grande utopia, una chimera. Non c’è quartiere, palazzo, strada, spiaggia, parco o giardino che sia al riparo dall’inquinatore di turno.
I rifiuti li trovi abbandonanti dappertutto, hanno preso il sopravvento. Ha vinto il popolo degli inquinatori. Non siamo riusciti a far passare l’idea che differenziare non è una velleità da ambientalista da strapazzo, ma una necessità. L’unico mezzo che abbiamo a disposizione per sperare ancora di salvare questo povero pianeta che ci ospita.
In tanti, troppi, credono che tutto gli sia concesso e quindi inquinano, distruggono, devastano e se ne fregano. Arrivati a questo punto, non credo siano più sufficienti le campagne di sensibilizzazione: occorre la forza della repressione, senza se e senza ma.
Di strada verso il rispetto della Res Publica dobbiamo farne ancora tanta. E dove non basta la forza della sensibilizzazione e dell’educazione… ben venga la forza delle multe! L’italiano, purtroppo, rispetta le regole solo quando gli viene toccata la saccoccia.