Finisce in Parlamento la vicenda del trasferimento di Giuseppe Salvatore Riina, figlio del capo di Cosa Nostra, nel carcere di Vasto [LEGGI]. La deputata vastese del Pd, Maria Amato, ha presentato oggi un’interrogazione in cui chiede al responsabile del Viminale “quali iniziative il Governo intenda porre in essere per contrastare il fenomeno di infiltrazione di criminalità organizzata e contenere la percezione di insicurezza degli abitanti del sud della provincia di Chieti, nonché per rafforzare l’organico della polizia nelle aree di confine sud della provincia di Chieti, in particolare della polizia giudiziaria supporto della Procura di Vasto”.
La deputata di Vasto, nel documento, ricorda che “nella relazione al Parlamento per il secondo semestre 2016 in merito ad attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia si legge, per quanto concerne Abruzzo e Molise, che quelli che fino alla scorsa relazione semestrale venivano indicati come segnali, per quanto qualificati, di una presenza delle cosche in Abruzzo e in Molise, grazie alle evidenze investigative raccolte con l’operazione Isola Felice, sono diventati importanti tessere del mosaico espansionistico della ‘ndrangheta verso regioni solo all’apparenza meno appetibili”, inchieste culminate con l’arresto di 25 persone tra San Salvo e il Molise. “Nel corso dell’indagine, sono state documentate le cerimonie di affiliazione, che prevedevano giuramenti su santini ed altre immagini sacre, insieme a rituali di chiara matrice pagana”.
Nel documento, l’esponente dem cita anche la notizia di due giorni fa: “In data 28 novembre 2017 Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Totò Riina è stato trasferito da Padova alla casa lavoro di Vasto, dove dovrebbe restare per un anno”.
Amato chiede rinforzi, visto che “più volte la segreteria del Siulp ha segnalato la carenza di organico delle forze di polizia nell’area sud della provincia di Chieti”.