“In un momento di grande anarchia e caos tributario quale era la fine del 2013, abbiamo compiuto una chiara e netta scelta politica tornando alla Tarsu, dalla Tares. Le categorie produttive con la Tares, infatti, avrebbero subito un salasso senza precedenti, come risulta dagli atti della riunione tenutasi nell’Assessorato alle Attività Produttive del 28 novembre 2013”. E’ quanto hanno affermato il sindaco Mario Pupillo e l’assessore alle Finanze Carlo Orecchioni, insieme all’ex assessore al Bilancio Valentino Di Campli nella conferenza stampa odierna, per spiegare il “pasticcio Tarsu”.
L’Amministrazione afferma quindi di aver reso equa quella che era, a suo dire, una tariffa iniqua e sottolinea con forza che nessun tesoretto è stato costituito con la Tarsu 2013. Si tratta infatti di una tariffa che serve a coprire i costi del servizio. “La legge lo diceva chiaramente anche nel 2013, – spiegano – i costi del servizio andavano coperti tutti con la tariffa e i 900 mila euro oggetto della questione sono andati a coprire quei servizi, non altro. Giova ricordare, inoltre, che nel 2013 e nonostante i dovuti aumenti la tariffa rifiuti era di 132 euro pro capite: decisamente inferiore a città come Pescara (232 euro), Chieti (222 euro), Vasto (184 euro) e Ortona (167 euro)”.
Pupillo e Orecchioni si dicono felici di essere stati tra i 10 Comuni d’Italia a recuperare i 600 mila euro di prelievo forzoso dal fondo di solidarietà esercitato dallo Stato centrale e di aver posto un argine alle spese pazze, ponendo le basi per la capacità di investimento dell’Ente, che oggi si vedono concretizzarsi con l’avvio di numerosi cantieri in città.
Come rappresentato in sede di Consiglio Comunale venerdì scorso, al momento è pendente in Cassazione il ricorso contro la sentenza della Commissione tributaria circa il diniego di rimborso a un privato cittadino. L’Amministrazione attende l’esito serenamente, confidando nella giustizia e nel rispetto degli organi chiamati ad esprimersi sul punto; allo stesso tempo, respinge le affermazioni della minoranza che ha utilizzato nel corso della propria conferenza stampa termini come “rapina”, “maltolto”, per gli effetti di una delibera impropriamente e gravemente definita “illegittima”, visto che nessun ricorso al Tar è stato presentato nei termini utili.
“Quanto alle sentenze di primo grado -che nel 2017 hanno visto soccombere il Comune di Lanciano, – prosegue – saranno tutte appellate. Il Comune non si è costituito per un disguido tecnico, ma sarà presentato appello contro tutte le sentenze. Non esiste dunque alcun sportello per i rimborsi Tarsu 2013 in Comune, né verrà costituito, per il semplice fatto che l’Amministrazione è in attesa di un giudizio da parte degli organi competenti”.