Le fabbriche della zona industriale di Punta Penna, che si trovano a ridosso della Riserva naturale di Punta Aderci, devono rispettare le norme previste dal Piano d’assetto naturalistico dell’area protetta. Lo ricorda il Movimento 5 Stelle di Vasto, citando la sentenza con cui il Tribunale amministrativo regionale di Pescara, nel 2015, ha stabilito questo principio.
La questione ambientale – Non solo le polveri prodotte dalle lavorazioni, ma anche il “notevole traffico di automezzi dal porto allo stabilimento e dallo stabilimento verso la clientela”. Sono questi, secondo i pentastellati, i rischi ambientali che deriverebbero dalla nuova fabbrica del cemento progettata a Punta Penna, a poca distanza dalla Riserva naturale di Punta Aderci.
A Vasto la questione ambientale torna a far discutere il mondo politico.
Le osservazioni – Il Movimento 5 Stelle ha presentato nei giorni scorsi in municipio, tramite pec (posta elettronica certificata), “delle osservazioni relative alla Valutazione di impatto ambientale del cementificio progettato nella zona industriale di Punta Penna”, comunicato i consiglieri comunali dell’M5S, Dina Carinci e Marco Gallo.
“Il progetto prevede arrivi di materie prime pari a 500.000 tonnellate l’anno, equivalenti a circa 11.000 veicoli l’anno, ed altrettanti per le consegne del prodotto finito. Quindi, a parer nostro, alle polveri prodotte dallo stabilimento bisogna aggiungere anche quelle derivanti dal traffico, nonché una valutazione delle concentrazioni teoriche di NOx (ossidi di azoto) prodotto dai gas di scarico dei motori.
In buona sostanza – dicono i rappresentanti del Movimento 5 Stelle – riteniamo che il documento di valutazione di impatto ambientale non contenga alcuno studio particolareggiato e valutazione accurata ma solo simulazioni di ordine teorico in merito alla diffusione delle polveri ed al rumore, non ricomprendendo dati reali rilevati, eventualmente, presso stabilimenti che svolgono lo stesso tipo di attività.
A prescindere dagli aspetti tecnici della V.Inc.A, il M5S esprime comunque la più netta contrarietà in merito ad ulteriori insediamenti chimici nella zona industriale di Punta Penna ed incoraggia ogni iniziativa politica mirata alla delocalizzazione degli stabilimenti chimici esistenti; ciò specie alla luce della sentenza del Tar numero 223 del 28 maggio 2015 che, sul ricorso proposto dal Comune di Vasto contro Provincia di Chieti e nei confronti di Vastocem S.r.l. – Es.Cal. S.r.l., per l’annullamento dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera del 13 giugno 2013, rilasciata dalla Provincia di Chieti, ha determinato un importante principio: gli impianti che ricadono in zona industriale di Punta Penna-Punta Aderci sono soggetti alle norme previste dal piano di assetto naturalistico della riserva”.