Torna a farsi difficile, a Vasto, la coesistenza ravvicinata della zona industriale di Punta Penna e della Riserva naturale di Punta Aderci. A rilanciare la questione ambientale è un dossier intitolato “Per Punta Penna tira una brutta aria”, redatto da sei associazioni: Arci, Amici di Punta Aderci, Cobas del lavoro privato Chieti, Comitato cittadino per la tutela del territorio, Italia Nostra-Vasto e Wwf Zona Frentana e Costa teatina.
Controllo dell’aria – “Le promesse centraline fisse di monitoraggio atmosferico non solo non sono state istallate, ma risultano anche escluse dalla programmazione regionale, con buona pace del Piano di Tutela della Qualità dell’Aria”.
Cemento – “Per il Procedimento già Trace (2005), poi Vastocem (2008) ed oggi Es.Cal sembra in dirittura d’arrivo il provvedimento conclusivo urbanistico, stante l’acquisizione e verifica della Valutazione di incidenza ambientale (VIncA). In merito plaudiamo all’iniziativa comunale di aprire alle osservazioni pubbliche. Comunque residuano, per decisione del Tar, l’autorizzazione alle emissioni, oggi di competenza regionale, ed il parere del Comitato di gestione della Riserva.
Il progettista, ingegner Edmondo Laudazi, in diverse occasioni ha tenuto a chiarire che non trattasi di cementificio ma ‘impianto di insacchettamento di cemento sfuso di acquisto e…macinazione inerti’, o ‘stabilimento industriale per la mescola, macinazione e deposito di leganti idraulici”, “ma – sottolineano le organizzazioni firmatarie del documento – necessita acquisire nuova autorizzazione alle emissioni”.
“Molti dubbi – affermano gli ambientalisti nel dossier – si sollevarono dopo la lettura della prima relazione tecnica (redatta per la Trace, volturata alla Vastocem) che riportava: ‘Il tasso di inquinamento è assolutamente nullo’. Correttamente, nella successiva relazione tecnica del 24/01/12 si evidenzia un notevole rilascio di inquinanti quali polveri, calcio, ferro ed alluminio”, quindi “risulterà un incremento di oltre il 400%, che ricadrà prevalentemente nella Riserva e nel limitrofo Sic”, sito d’interesse comunitario, tutelato dall’Unione europea, “nonché sulle migliaia di persone frequentanti la zona”.
Le richieste – Arci, Amici di Punta Aderci, Cobas del lavoro privato Chieti, Comitato cittadino per la tutela del territorio, Italia Nostra-Vasto e Wwf Zona Frentana e Costa teatina chiedono l’installazione di una centralina fissa per rilevare i livelli di inquinamento dell’aria, uno studio epidemiologico, “un intervento dell’Autorità portuale ed una sua concreta azione di vigilanza, nonché la verifica scientifica degli eventuali effetti anche sull’ambiente marino-costiero” e la creazione di un’area-cuscinetto: “Si attivi idonea procedura per l’individuazione di una fascia di rispetto del sito Sic e della Riserva”.