E’ durata otto mesi la militanza di Ivo Menna nel Partito democratico di Vasto. L’ambientalista, candidato sindaco nel 2011, non ha rinnovato la tessera: quindi, esce dal Pd.
Nel congresso del 21 ottobre, ha cercato di candidarsi alla carica di segretario del circolo di piazza del Popolo per disturbare il ritorno di Luciano Lapenna alla leadership del Pd vastese.
Una candidatura tramontata davanti allo scoglio delle 120 firme necessarie (su un totale di circa 360 iscrittti) a correre per un’elezione comunque improbabile, visto l’accordo raggiunto da quasi tutta la dirigenza dem sul nome di Lapenna, poi acclamato all’unanimità dai presenti all’assemblea, cui non hanno partecipato la deputata Maria Amato, Angelo Bucciarelli, Raimondo Pascale e Giuseppe D’Aurizio.
Menna annuncia che, “assieme agli ex lavoratori esposti ad amianto, di cui seguo le vicende dolorose dal 2002, finalmente ho deciso e spero che altri seguano la mia decisione, di non rinnovare la tessera di questo partito. Sono uomo di sinistra, come dimostrato in oltre quarant’anni di impegno a favore del mondo del lavoro e dell’ambiente, e resterò sempre in prima fila nella difesa ad oltranza dei lavoratori e dei ceti deboli di questa società”.
Il fondatore del movimento politico La Nuova Terra lancia la sua nuova battaglia contro il “cementificio che si vuole realizzare a Punta Penna in zona di pregio ambientale e, a questo proposito, sono ancora in attesa di risposta da parte del neo segretario Pd Lapenna”.
Pesante il giudizio sull’assemblea elettiva del Pd di Vasto: “Abbiamo assistito in questi giorni ad un congresso farsa in cui il passato ritorna e si incarna nei soliti personaggi che per dieci anni hanno diretto e malgestito una città il cui lento declino, non solo economico, ma culturale e sociale, appare sempre più evidente. Nessun collegamento con i ceti produttivi, nessuna iniziativa di analisi per uscire dal declino; una sezione che annovera oltre 350 iscritti, di cui solo in circa 50 presenziano ad un congresso e, come soldatini, votano una sola lista e un nome, quello di Lapenna.
Un esempio di svilimento democratico dove sono assenti dibattito, problemi dei cittadini, esodo dei giovani, crisi occupazionale. Insomma, nessun cambiamento, né rinnovamento in seno a questo partito, nessuna rottura con il passato, nessuna discontinuità e soprattutto nessun ravvedimento della questione morale, un tema caro, questo, ormai sepolto dal tempo e dalla memoria.
Ma questa decisione è anche dettata dalle ultime scelte nazionali del Pd: la legge elettorale detta Rosatellum, il Jobs Act, la pseudo riforma della scuola, la totale assenza dello Stato a favore di investimenti pubblici per la creazione di nuovi posti di lavoro, la totale assenza di messa in sicurezza del territorio, le crescenti spese militari. E mi fermo qui. Nei prossimi giorni – annuncia Ivo Menna – terrò una conferenza stampa con i compagni ex esposti ad amianto per chiarire meglio la nostra posizione di uscita dal Pd, motivandone anche gli aspetti più incisivi”.