E’ di sei contusi, fortunatamente non gravi, il bilancio dell’incidente stradale provocato nella tarda serata di ieri da un branco di cinghiali a Torino di Sangro.
Il punto è sempre il solito: in località Le Morge, sulla strada provinciale che conduce alla zona industriale della Val di Sangro. E’ lì che, da anni, si susseguono scontri tra auto e ungulati.
Ieri sera, attorno alle 22,15, un branco ha attraversato la carreggiata nel momento in cui stavano transitando due macchine. Gli automobilisti hanno provato a evitare l’impatto, ma è stato impossibile: testimoni raccontano, infatti, di aver visto una ventina di cinghiali ostruire il passaggio. Le sei persone che viaggiavano sulle vetture hanno riportato lievi contusioni. Danneggiate le automobili.
Il punto è critico. Il transito di mandrie di suini selvatici è giornaliero. C’è addirittura chi è incappato in due incidenti nel giro di un anno, come un trentaseienne di Vasto, dipendente di un’azienda di Piazzano di Atessa, che quella provinciale deve percorrerla tutti i giorni per andare al lavoro.
Sono decine, ogni anno, le azioni risarcitorie intentate e vinte dagli automobilisti danneggiati dai cinghiali. La Regione, proprietaria della fauna selvativa, ha dovuto pagare i risarcimenti, spesso di migliaia di euro, stabiliti dalle sentenze.
Ad agosto l’assessore regionale all’Agricoltura, Dino Pepe, ha scritto una lettera ai ministri dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e dell’Agricoltura, Maurizio Martina, per chiedere una modifica della legge nazionale e consentire il prolungamento della stagione “di caccia in braccata per il cinghiale da settembre a gennaio. Ad oggi il cinghiale può essere cacciato solo tre mesi l’anno”.
La Regione, nei mesi scorsi, ha dato il via libera al selecontrollo, che consiste nel monitoraggio e nell’abbattimento degli esemplari in sovrannumero, ma gli effetti non si vedono, perché rimangono troppi sia gli scontri con automobili e mezzi pubblici, sia i passaggi di ungulati nei centri abitati di paesi e città.