Il Cotir di Vasto venga riconosciuto come organismo di diritto pubblico in modo che la Regione possa riassorbire, almeno in parte, il personale, senza stipendio da oltre due anni e mezzo. Lo chiede l’eurodeputata vastese Daniela Aiuto, in un’interrogazione rivolta alla Commissione europea.
“La problematica legata al destino del Cotir e dei suoi dipendenti – afferma – ha origine principalmente nel mancato riconoscimento, da parte di Stato e Regione, dello status di organismo di diritto pubblico, che comporterebbe il riassorbimento di una parte dei dipendenti del Consorzio che sono, tra l’altro, vincitori di concorso pubblico.
Questi lavoratori sono vittime di una disastrosa gestione di cui sia il centrosinistra che il centrodestra sono responsabili. Spero che si possa addivenire a una soluzione rapida, e auspico che le pressioni che potranno essere eventualmente esercitate dall’Europa possano spronare Stato e Regione ad agire rapidamente per una soluzione giusta e rispettosa della professionalità di tanti lavoratori. Questa vicenda mette ulteriormente in risalto l’incapacità gestionale della Regione Abruzzo che, a chiacchiere, esalta la ricerca, mentre i fatti sono ben altri.
La Regione ha messo in liquidazione la struttura nel 2014 con l’intento di far nascere un unico centro regionale insieme ad altri due istituti, ma nulla è accaduto, nonostante siano stati nominati ben quattro commissari liquidatori che hanno solo contribuito ad indebitare il Consorzio, non mettendo in campo nessuna azione di contenimento di costi. Invito il governatore D’Alfonso a mettersi nei panni di chi, nonostante lavori, non riceve il giusto compenso da mesi ed a contribuire alla soluzione di questa questione che si trascina ormai da troppo tempo. Sono certa che in tempi brevi la Commissione europea risponderà e vedremo se il diritto potrà essere esercitato anche in Abruzzo e per i lavoratori abruzzesi.
Il Cotir di Vasto è una struttura totalmente regionale, con 40 ettari di azienda agricola sperimentale, serre, laboratori di ricerca con strumentazioni all’avanguardia. Le attività del centro di ricerca spaziano dalla sperimentazione agronomica, alle bioenergie, alla caratterizzazione agroalimentare e alla gestione della matrice ambientale in termini di impatti derivanti dalla non corretta pratica agronomica e da un uso non sostenibile dei prodotti fitosanitari. I ricercatori e lavoratori del Cotir, che sono, lo ripetiamo, vincitori di un concorso pubblico, versano da mesi in una situazione di precarietà e nonostante le numerose opportunità di progetti europei, non hanno la possibilità di presentarli in quanto la struttura è in liquidazione“.