“Promesse mai realizzate”, cui sono legati “la sorte del nostro ospedale e il destino di un intero territorio”. Alessandra Cappa, consigliera comunale di Unione per Vasto, definisce una “commedia” la conferenza stampa in cui, sabato scorso, l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, ha ammesso che la sala emodinamica a Vasto non si può fare a causa dei limiti previsti dalla normativa riguardo al bacino d’utenza e al numero minimo di interventi, promettendo di percorrere due strade alternative piuttosto difficoltose per portare all’ospedale San Pio da Pietrecina l’attrezzatura e l’equipe necessarie per salvare la vita alla persone colpite da infarto.
“Nel racconto concepito sabato dall’assessore Paolucci – scrive Cappa in un comunicato stampa – ci sono due parti contrapposte che si agitano all’interno della commedia riguardante il servizio di emodinamica all’ospedale San Pio di Vasto: la sinistra regionale e locale, che promette (ma non dà), e tutti gli altri, urlanti e ululanti, dispensatori di paura, venditori di panico tutte le volte in cui invocano l’interessamento degli organi regionali nei confronti delle condizioni di decozione in cui versa ormai la sanità in questa landa (dimenticata) del territorio abruzzese.
Ma ci sono altri protagonisti, i cittadini di questo territorio dimenticato, i medici che lottano quotidianamente e che sono stati abbandonati, i politici di ogni appartenenza, che non sono dei catastrofisti ma sono semplicemente preoccupati e, quindi, giustamente dissenzienti, rispetto al modo con cui si sta portando avanti la politica sanitaria in ambito regionale.
Tale voce merita di essere ascoltata e compresa, merita di non essere turlupinata con promesse irrealizzabili o peggio liquidata con offese e prepotenze.
Ieri siamo venuti a sapere, direi finalmente, in quanto la verità è comunque un valore, che nonostante le roboanti promesse l’emodinamica a Vasto non si può fare. Siamo venuti a sapere che la Regione, con estremo ritardo, intende percorrere la strada dell’alleanza con il Molise, sottacendo quale percorso è stato sinora fatto in questo senso e quale intende farsi.
Siamo venuti a sapere che l’angiografo è stato (di nuovo) prenotato, anzi acquistato, dopo essere stato prenotato, acquistato e promesso diverse volte e da più di un anno.
Ciò che continuiamo a non sapere – conclude Alessandra Cappa – è la sorte del nostro ospedale e il destino di un intero territorio appeso a promesse mai realizzate”.