C’è anche la riserva naturale di Punta Aderci tra le aree protette indicate dall’assessore regionale all’Agricoltura, Dino Pepe, nelle quali andrebbe aperta la caccia per far fronte all’emergenza cinghiali.
Pepe è intervenuto nell’incontro pubblico a Cupello organizzato dall’associazione Il Cambiamento insieme al consigliere comunale dell’omonimo gruppo, Camillo D’Amico, al sindaco Manuele Marcovecchio, al consigliere regionale Mario Olivieri, al funzionario regionale Franco Recchia e al capo della polizia provinciale Antonio Miri.
Come si può leggere nella sintesi del collega ed esperto di caccia, Francesco Bottone, che ha moderato il dibattito, l’assessore regionale davanti alla platea ha sottolineato come “bisogna costringere i parchi ad attuare dei piani di abbattimento all’interno delle zone dove l’attività e il selecontrollo sono preclusi, solo così possiamo sperare di arginare la prolificazione incontrollata dei cinghiali” [LEGGI].
[ant_dx]“Caccia di selezione aperta tutto l’anno, selecontrollo, braccata, esame trichinoscopico gratuito, rivisitazione del piano faunistico e prossima attivazione di una filiera delle carni selvatiche” sono le misure elencate da Pepe come già adottate e in fase di attuazione.
A queste andrebbero aggiunte misure straordinarie del governo centrale ed è in questo passaggio che Pepe ha evidenziato la necessità di piani di prelievo in quelle zone dove oggi i cinghiali sono indisturbati. Sto parlando dei parchi e delle riserve naturali come Punta Aderci, l’oasi di Serranella, la Lecceta di Torino di Sangro e il bosco di Don Venanzio“.