“False e fuorvianti”. Così gli avvocati Nicola Mastrovincenzo, Sabatino Besca, Alessandra Cappa e Giuseppe Gileno definiscono le affermazioni di cinque consiglieri comunali della coalizione centrodestra-movimenti civici in merito alle parcelle liquidate dal Comune di Vasto per le spese legali di difesa di dipendenti municipali.
Al comunicato stampa diramato il 18 settembre dagli esponenti dell’opposizione, replicano i quattro avvocati: “Deve essere chiarito, innanzitutto, che le parcelle in questione si riferiscono all’attività professionale svolta in favore di dipendenti comunali nell’ambito di delicati e complessi procedimenti penali che li vedevano coinvolti per fatti direttamente connessi all’espletamento di compiti e funzioni d’ufficio.
Che tali procedimenti si sono tutti conclusi con l’assoluzione dei suddetti dipendenti comunali con evidente vantaggio anche per il Comune cui fanno carico, per legge, le spese legali di difesa.
Trattasi di disciplina che risponde all’esigenza di evitare che un dipendente pubblico, chiamato ingiustamente a rispondere per attività compiute nel corso del suo lavoro, debba sopportare il peso (anche) economico del processo ed è espressione di un principio di civiltà giuridica che trova fondamento nella stessa Costituzione, secondo cui chi agisce per conto di altri non deve subire le conseguenze economiche discendenti dalla fedele esecuzione dell’incarico ricevuto.
Il dipendente comunale, poi, come ogni altro cittadino, ha il sacrosanto diritto di scegliere il proprio difensore di fiducia, diritto anch’esso tutelato dalla nostra Costituzione.
Alla luce di tali principi appaiono del tutto ingiustificate, per non dire strumentali, le notizie diffuse attraverso gli organi di stampa che sembrano addirittura negare diritti costituzionalmente garantiti, quali quello della libertà di scelta del proprio difensore di fiducia da parte dell’imputato e quello di essere indennizzato delle spese del processo ingiustamente subito.
Tali notizie, infatti, per come rappresentate, mettono in pericolo lo stesso decoro e prestigio dell’esercizio della professione di Avvocato anche a causa della ‘non veridicità’ dei dati riportati sugli organi di stampa, per tutta una serie di ragioni.
In primo luogo, inesatte e, come tali fuorvianti sono le cifre riportate, in quanto non è stato specificato che le somme liquidate per ogni singolo professionista si riferiscono non a un unico procedimento penale ma a più procedimenti ovvero a più gradi di giudizio.
In secondo luogo, è stato addirittura riportato che tali importi sarebbero al netto delle imposte e trattenute mentre in realtà si tratta di somme lorde e comprensive anche di tutti gli onerosi accessori di legge e cioè anche dell’iva e del contributo dovuto alla cassa forense.
Ancora, non è stato specificato o peggio si è lasciato intendere che i dipendenti comunali imputati in tali processi non avessero comunicato all’Amministrazione la pendenza degli stessi e la scelta dei difensori di fiducia, scelta peraltro di fatto effettuata e mai contestata, anzi avallata dall’Amministrazione stessa, che ha sino ad oggi sempre adempiuto ai propri obblighi provvedendo alla liquidazione in favore dei numerosi professionisti che hanno svolto attività difensiva nell’interesse dei dipendenti comunali.
Si è omesso di riferire che trattasi di procedimenti definiti con sentenze divenute irrevocabili ormai da diversi anni, per i quali i difensori hanno atteso a lungo il pagamento delle relative parcelle, per giunta concordate in termini di assoluta ragionevolezza e congruità con l’allora responsabile dell’Ufficio Avvocatura che, per amor del vero, non era l’avvocato Alfonso Mercogliano.
Ma ciò che più spiace – al di là delle sostanziali e fuorvianti inesattezze – è che tale questione sia stata sollevata, per giunta sugli organi di stampa, senza neanche curarsi di verificare le vicende processuali, la loro complessità, la durata, il numero delle udienze, l’attività istruttoria nonché la continuità dell’impegno profuso dai professionisti e che ha portato alle menzionate sentenze di assoluzione.
Che addirittura per una di tali determine, indicata anche questa in maniera molto più che erronea sia in ordine agli importi che al numero dei procedimenti (la n. 100), sono state riferite circostanze false, sostenendo che il dirigente avesse posto in essere atti illegittimi attraverso la liquidazione degli onorari del proprio avvocato, quando, in verità, si trattava del pagamento di competenze relative a procedimenti che hanno visto imputati altri dipendenti comunali.
Per tali motivi, a fronte di notizie non veritiere e fuorvianti diffuse a mezzo stampa ci riserviamo di tutelare la nostra reputazione, il decoro professionale e il lavoro stesso, tanto faticosamente svolto, innanzi all’Autorità giudiziaria competente.
[ads_dx]Allo stesso tempo, riteniamo che gli uffici comunali non possano e non debbano soggiacere alle richieste illegittime e del tutto strumentali di una parte politica, che addirittura pretende di fare oggetto di una mozione da portare in Consiglio comunale questioni che esulano dalle competenze del Consiglio stesso e che tradiscono e offendono i principi fondamentali dell’Ordinamento degli enti locali, primo fra tutti quello della netta distinzione tra gli atti di indirizzo politico e quelli di gestione amministrativa; con una indebita ingerenza della parte politica, peraltro di minoranza, negli atti di gestione.
Da ultimo, non può farsi a meno di rimarcare che la dialettica politica non debba mai debordare e trascendere, come invece avvenuto nel caso di specie, in ambiti che nulla hanno a che vedere con l’esercizio del mandato elettorale ma che si traducono in una offesa gratuita ed infamante rispetto ad una Professione, libera ed indipendente, qual è quella dell’Avvocato, tesa a salvaguardare diritti fondamentali della collettività”.