“È una follia rinunciare a una fabbrica che funziona bene, abbandonando centinaia di lavoratori e le loro famiglie“. Queste le parole del senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Castaldi, che ha portato la vicenda dello stabilimento Honeywell di Atessa al centro dell’attenzione nell’aula di Palazzo Madama, facendo seguito all’interrogazione con cui deputati abruzzesi hanno chiesto un incontro tra i lavoratori di Atessa e il Ministero dello sviluppo economico che desse soluziona certa con un piano industriale
[ads_dx]In due interventi di fine seduta il senatore pentastellato ha ricordato la storia della Honeywell. “La Honeywell International é un colosso statunitense presente in 70 Nazioni, con circa 1.250 siti e 129.000 lavoratori, 23.000 dei quali tra scienziati e ingegneri. Si tratta di un’azienda attiva su numerosissimi settori: 80 diversificazioni, investimenti in 60 settori, immenso ritorno di utili. Per inciso informo che è attiva anche nella produzione di trizio per ordigni atomici, che dirige il National Security Campus (quindi testate atomiche statunitensi) e ha ricevuto sostegno per un miliardo e 271 milioni di euro da compagnie come Intesa Sanpaolo.
In Abruzzo, nella zona industriale di Atessa, produce termocompressori per auto e, dopo aver spudoratamente sfruttato tutta la filiera di incentivi e ammortizzatori sociali a disposizione, ha pensato bene di trasferire la sede fiscale in Svizzera. Ora vorrebbe spostare anche la produzione, chiudendo proprio il sito abruzzese, a favore di una delocalizzazione in Romania e Slovacchia. Tutto questo avviene nonostante il fatto che la Honeywell di Atessa – denuncia il senatore vastese – sia considerata un’eccellenza per qualità e professionalità, nonché un fornitore di importanza strategica per altre fabbriche dell’automotive presenti in Val di Sangro”.
Castaldi ha ricordato che “i lavoratori sono in sciopero permanente dal 18 settembre e conoscono i politici, così come conoscono l’informazione nazionale che, ad oggi, è silente”. Parlando con gli operai e il personale in picchetto il senatore pentastellato ha avuto modo di raccogliere delle testimonianze: “Difendono le proprie famiglie, che pagano da ben nove anni il costante e ininterrotto utilizzo degli ammortizzatori, per una crisi del turbo che, di fatto, non c’è. – continua Castaldi – Quella che c’è è, invece, una scelta ben precisa della corporate, atta a vanificare i continui sacrifici dei lavoratori. I volumi mondiali dei turbo Honeywell sono in crescita esponenziale. Altro che crisi!”.
Nel suo intervento in aula Castaldi ha ricordato che “solo tre anni fa vi fu un accordo modello che regolò la gestione di 70 esuberi e pianificò un rilancio per l’anno successivo. Non è possibile – ha detto in Senato – che una multinazionale che fattura milioni di dollari e che continua a sfruttare la crisi, attingendo agli ammortizzatori da oltre nove anni, possa decidere in totale libertà di abbandonare il nostro Paese. L’auspicio – ha chiosato Castaldi – è che a partire dal promesso incontro al Ministero per lo sviluppo economico, previsto per il prossimo 2 ottobre, siano fornite delle risposte certe dal Ministro e dal management, ma quello vero, dato che nel precedente incontro furono mandati a Roma solo dei passacarte, senza la presenza di alcun dirigente”.