Con l’inizio dell’anno scolastico l’ITSET Palizzi di Vasto ha accolto la sua nuova dirigente. È Nicoletta Del Re, proveniente dalla Nuova Direzione Didattica e per 23 anni docente di lingue in questo istituto, ad aver raccolto l’eredità di Gaetano Fuiano, passato al Mattei.
Ha salutato la Nuova Direzione Didattica dopo averla guidata per tanti anni. Che esperienza ha lasciato lì?
Devo dire che ho lasciato quella scuola anche con una vena di tristezza. Pensavo di dover restare ancora qualche anno, quindi avevo avviato progetti che comprendevano un triennio e che ora ho lasciato in eredità alla nuova dirigente. La NDD è scuola capofila della formazione sul piano di miglioramento, di un POR e di due bellissimi progetti Erasmus. Ho lasciato una scuola in cui ho lavorato tanto grazie anche ad un collegio dei docenti sempre disponibile nei miei confronti e che mi ha seguito sempre in tutte le proposte che ho fatto. È una scuola che mi ha dato tanto, che mi ha arricchita tantissimo perchè ho potuto conoscere uno spaccato di vita, uno spaccato sociale e culturale che non conoscevo, quello del primo ciclo. Senza dubbio è stata un’esperienza che mi ha trasformato. Se c’è una cosa di cui vado fiera è l’essere riusciti, sempre grazie alla collaborazione di tutta la comunità educante, a trasformare tanti plessi messi insieme in un’unica realtà. Oggi non si parla più di Peluzzi, Ritucci-Chinni, Vasto Marina e così via, ma si parla della Nuova Direzione Didattica articolata in questi plessi.
Questo nuovo incarico, oltre a rappresentare una sfida professionale importante, per lei è accompagnata da tante emozioni perchè torna in una scuola in cui è stata tanti anni come insegnante. Com’è vivere questa esperienza?
È vero, sono entrata avvertendo una mia emozione personale ma anche l’emozione di tutto il collegio che in qualche modo era col fiato sospeso come a dire adesso che ne sarà della nostra storia e della nostra amicizia? Ricomincio in una scuola in cui ho veramente trascorso gli anni importanti della mia vita professionale, sono stata al Palizzi per 23 anni, ho lavorato con tantissimi docenti che ho ritrovato nel collegio. E ho lavorato anche con tantissimi presidi che mi hanno lasciato la loro impronta e il loro esempio. Ho ritrovato una scuola con delle novità e nuovi indirizzi, sicuramente anche grazie all’opera del preside Fuiano che mi ha preceduta. Ricomincio da qui, da quello che ho trovato e da cui possiamo andare ancora avanti, insieme a tutto il collegio, per trasformare la scuola come la realtà territoriale ci chiede.
[ads_dx]Viene da un’esperienza in cui diverse identità sono diventate un’unica cosa. La sfida del futuro è questa? Fare in modo che scuole con tanti indirizzi possano stare insieme e accompagnare i ragazzi nella loro formazione?
Qui forse è il contrario rispetto all’esperienza precedente, bisogna ripartire da un istituto che ha una storia importante. Da qui, come ripetevano i dirigenti che mi hanno preceduto, sono uscite tantissime professionalità che operano nel territorio di Vasto e non solo. Nel primo incontro con i ragazzi ho detto loro che vorrei che da qui continuassero ad uscire personalità, imprenditori, studiosi che possano dare un importante contributo alla nostra realtà territoriale. Fondamentale, però, è questo aspetto dell’articolazione. Oggi il mondo sta cambiando, anche velocemente, e noi stiamo cercando di capire, per poi farlo capire ai ragazzi, che dobbiamo imparare a ristrutturarci, che dobbiamo avere tante conoscenze da spendere poi nel mondo del lavoro e quindi anche le varie articolazioni dei vari indirizzi sono importanti. Certo, oggi mi ritrovo a fare i conti anche con una realtà che non dipende da noi. Non sempre tutte le classi vengono autorizzate perchè c’è un problema di numeri che ci vengono dettati dall’alto e con cui dobbiamo fare i conti. Nonostante ciò le articolazioni sono una ricchezza che poi i ragazzi potranno spendere nel mondo del lavoro.
Che messaggio ha dato nei primi incontri con gli studenti?
Innanzitutto ho detto che sono molto lieta di iniziare questa avventura insieme a loro. Intendo questi anni della scuola come un’avventura, un cammino fatto di scelte, di bivi, di strade da intraprendere. Ma è fatto anche e soprattutto da una volontà di scegliere, noi ci ritroveremo di volta in volta di fronte a scelte da fare insieme, scelte che se ben fatte ci porteranno ancora più in là. Ho fatto scrivere sui monitor all’ingresso della scuola che vorrei un cammino tra tradizione e innovazione perchè non si può conservare tutto il vecchio ma non si può innovare tutto daccapo. Noi, tra tradizione e innovazione, vogliamo andare verso un futuro da affrontare con conoscenze, competenze e saperi. E’ importante saper studiare con nuovi metodi, con nuovi strumenti, ma la fatica nell’imparare non possiamo cancellarla, quindi c’è bisogno di lavorare. Ai ragazzi ho detto che dal primo giorno di scuola è iniziato un dialogo con loro, un dialogo che però non deve essere tra sordi o a senso unico. Sono disponibile a un confronto serrato, costante e continuo, ma deve esserci una corresponsabilità. Da loro mi aspetto delle risposte e mi aspetto che ci sia una condivisione delle nostre scelte. L’ultima cosa che ho detto ai ragazzi è che, se vogliamo che le cosa vadano bene, se vogliamo che tutto questo accada è necessario, purtroppo o per fortuna, il rispetto di regole e di comportamenti. Sono rimasta molto contenta e felice di come il collegio docenti ha accolto quello che un po’ è una linea di indirizzo, molto sintetica ma anche abbastanza chiara. Ma sono rimasta anche molto contenta di come i ragazzi hanno accolto quello che ho detto a tal punto che alcuni sono passati a salutarmi e dirmi “grazie per le parole che ci ha detto”. Questo mi fa ben sperare che possiamo iniziare questo cammino con i piedi giusti e con la mentalità giusta.
Parlando di dialogo questa è una scuola da sempre molto aperta e attenta al territorio. Un aspetto molto importante nella formazione dei ragazzi.
Io sono per il dialogo con alunni, docenti, genitori ma anche con la realtà del territorio fatta da istituzioni, da aziende, fatta da una realtà lavorativa, da associazioni. Spero di poter incontrare nel corso tempo tutte queste varie realtà anche nell’ottica dell’alternanza scuola-lavoro, uno dei capisaldi della scuola dei nostri anni. Non possiamo far crescere bene i ragazzi se tutti non siamo coinvolti in questa circolarità educativa e culturale.