Primi giorni di scuola nella sua nuova casa per il dirigente scolastico Gaetano Fuiano che, dopo sette anni al Palizzi, è passato alla guida dell’IIS Enrico Mattei di Vasto. Una nuova avventura professionale che ha già iniziato ad affrontare con entusiasmo e con la sua grande passione per l’educazione dei ragazzi.
Ha trascorso sette anni al Palizzi. Cosa lascia in quella scuola?
Mi auguro di lasciare una visione pedagogica, fatta di insegnamento che è innanzitutto incontro con l’altro. Quindi lo stare nelle classi che significa incontrare i volti dei ragazzi, le loro storie, le loro passioni, le loro domande e cercare insieme di costruire un percorso per tentare di dare una risposta a tante domande finalizzandole alla costruzione di un progetto che, prima di tutto, è un progetto di vita.
E’ arrivato in una scuola con una storia e una tradizione importanti ma che, allo stesso tempo, si proietta costantemente nel futuro con le nuove tecnologie, con nuovi indirizzi. Inoltre lei è il primo dirigente del Mattei di formazione umanistica. Come vive questo piccola rivoluzione?
Mi sembra una sfida molto interessante perché, se da un lato abbiamo la tecnica che oggi in particolar modo viene incarnata nel digitale con le nuove tecnologie, internet, la rete, dall’altro non dobbiamo mai dimenticare che il processo formativo ha un’anima e l’anima è riscontrabile sempre nel fatto che abbiamo davanti delle persone. La mia sfida sarà quella di tentare di portare avanti l’aspetto altamente innovativo, tecnologico, digitale di innovazione didattica in cui questa scuola è un’eccellenza non solo a livello territoriale, dando un’anima umana alla tecnologia. L’obiettivo sarà puntare alla formazione di ottime persone scoprendo anche la bellezza, l’utilità e la funzionalità anche dell’anima tecnica del nostro percorso.
[ads_dx]Anche il Mattei, come tante altre scuole moderne, ha diversi indirizzi, ognuno con una propria specificità. Come si fa a mettere insieme tante componenti in una scuola anche numerosa?
Vanno messe insieme tante componenti ma sempre con un obiettivo e questo sarà un altro dei miei impegni all’interno di questa scuola: riuscire a contaminare sempre di più il percorso tecnico con quello liceale non vedendoli come percorsi nettamente separati tra di loro ma vivendoli come diverse sfaccettature di unico percorso formativo. Quindi, da un lato semplicemente con una curvatura maggiormente verso l’approccio più pragmatico, più immediato alla tecnica, dall’altro con un approccio più teoretico, più di pensiero della tecnica. Credo che solo mettendo insieme le due anime riusciremo ad essere vincenti. Questo si farà attraverso anche la formulazione di progetti condivisi, di contaminazione tra i docenti all’interno dei dipartimenti, di lavoro sempre più insieme tra i ragazzi del percorso tecnico e quello liceale.
Ha già incontrato tutti i ragazzi? Che messaggio ha dato loro?
Ho incontrato tutti i ragazzi delle prime che ho accolto in aula magna il loro primo giorno e quotidianamente, in questi primi giorni, sto cercando di trovare del tempo per passare nella classi. Un altro aspetto in cui credo è l’avere un rapporto molto stretto tra il preside e i ragazzi della sua scuola. Per cui nelle classi entrerò parlerò con i ragazzi, chiederò loro da un lato alcune cose e dall’altro cercherò di stipulare un patto formativo, educativo fatto di doveri e diritti reciproci per far funzionare al meglio la scuola.
Quella di oggi è una scuola che sempre più deve aprirsi al territorio attraverso progetti, reti, opportunità. Anche questo è un bell’impegno.
Sì ,questa è una bella sfida. Questa è una scuola molto aperta al territorio attraverso convenzioni con l’alternanza scuola- lavoro, con progetti condivisi, di partecipazione a gare e campionati, di stage o tirocini e tanto altro. Continueremo ad avere un rapporto molto proficuo con il mondo esterno perché un’altra dimensione del nostro percorso è quella di mettere insieme la cosiddetta “educazione formale”, quella scolastica, e “l’educazione non formale”, quella che deriva dal contesto imprenditoriale, produttivo, culturale, economico o familiare del territorio, avendo insieme sempre di mira l’obiettivo e anche il fulcro centrale che sono i nostri ragazzi.
Ha raccolto il testimone dal preside Rocco Ciafarone, a lungo alla guida del Mattei. Che eredità le ha lasciato?
Mi lascia una scuola ben impostata, una bella scuola e, come si diceva prima, una scuola ben incanalata verso i canali dell’innovazione didattica e digitale in maniera molto, molto forte. Mi lascia una scuola che all’ interno di reti nazionali, quella del book in progress (terza scuola in Italia a farne parte), quella della rete nazionale Mattei, quella dell’Its ,che è una altra bella sfida, quella di Scuolalocale. Quindi non devo far altro che dire grazie al preside Ciafarone per quello che ha fatto in questi dieci anni presso il Mattei lasciandomi in mano una bella scommessa, una bella scuola e sperando di esserne all’altezza.