Continuano gli episodi di abbandono dei rifiuti in Val di Sangro, dopo il sito preso di mira dagli incivili, sotto il ponte del Sangro che collega Lanciano ad Atessa.
“Lo spettacolo che ci si presenta è a dir poco impietoso, pattume, pezzi di lastre di eternit, pneumatici, cavi elettrici, materiale e scarti edilizi, materie plastiche, frigoriferi, insomma una discarica a cielo aperto, anzi, sotto il ponte. – dicono gli attivisti dell’associazione ambientalista Noimessidaparte – Eh sì, perché il ponte aiuta gli incivili a non esser visti”. Inoltre la discarica ricade a pochi metri dal percorso trekking che porta alla Lecceta del Sangro, diventando così un deterrente per cicloamatori e amanti del trekking.
L’associazione si chiede come mai l’amministrazione comunale di Lanciano o la Provincia non si siano ancora adoperate per scoraggiare questi comportamenti e soprattutto perché nessuno si impegni a far sgombrare l’area dal pattume ridando dignità alla zona.
Per settimane gli attivisti di Noimessidaparte hanno pattugliato l’area alla ricerca di eventuali altri luoghi presi di mira da questi incivili. “Sono decine – raccontano – le aree e i punti presi di mira, oltre a gli abbandoni di qualche sacchetto nelle strade tratturali, vi sono vere e proprie discariche, le più grandi nei comuni di Lanciano, oltre a quello già noto, anche in località Cerratina ed Atessa nei pressi dello svincolo per la superstrada”. Il letto del Sangro è ormai un vero e proprio centro di raccolta per chi la differenziata non la vuole proprio fare e pure per qualche piccola azienda che forse vuole risparmiare sui costi di smaltimento, nonostante la legge in materia parli chiaro.
Per questi motivi gli attivisti hanno inoltrato un formale esposto ai Carabinieri Forestali di Lanciano e per conoscenza anche alle amministrazioni di Lanciano e Atessa. “Chiediamo che vengano rimossi i rifiuti e ripristinate le aree da parte degli enti preposti, – comunicano – inoltre è doveroso che le amministrazioni dei comuni interessati, insieme alla Provincia, si attivino per attuare misure che contrastino questa triste piaga, come ad esempio l’installazione di foto trappole nelle aree sensibili, oltre a maggiore controllo da parte delle polizie municipali e provinciale”.