Sui social network nessuno può sfogarsi insultando gli altri. Lo ribadisce chiaramente la sentenza con cui il Tribunale di Vasto ha condannato un cittadino vastese per diffamazione aggravata ai danni della polizia locale: sei mesi di reclusione e il pagamento delle spese legali, oltre al risarcimento dei danni da quantificare in un processo civile. Trattandosi di una pena inferiore ai tre anni, non scatta la detenzione.
Ma gli costerà caro il fatto di aver scritto su Facebook tutto ciò che gli passava per la testa in quel momento.
L’uomo è stato “ritenuto colpevole – si legge in un post del Comune di Vasto – per aver pubblicato, sul profilo Facebook di un’attività di ristorazione, pesanti apprezzamenti nei confronti del Corpo di polizia municipale di Vasto.
Ha trovato così definizione la vicenda che trae origine da un’occupazione del suolo pubblico non autorizzata correttamente sanzionata dalla polizia municipale, nei cui confronti l’uomo aveva manifestato la sua disapprovazione mediante il noto social network, divulgandovi pesanti commenti.
Il Comune di Vasto, difeso dall’avvocato Nicolino Zaccaria dell’Avvocatura comunale, dopo aver sporto una dettagliata querela, si è costituito parte civile nel processo penale, che si è concluso con la dura condanna inflitta all’imputato, ritenuto colpevole del reato di diffamazione aggravata.
[ads_dx]Nel dettaglio, il Tribunale di Vasto ha ritenuto lesive dell’onore e della reputazione del Comune di Vasto e del Corpo di polizia municipale, anche alla stregua del ruolo e della funzione pubblica svolte da detti soggetti, le frasi postate su Facebook.
Oltre alla condanna a sei mesi di reclusione, l’uomo dovrà pagare le spese legali di costituzione della parte civile, nonché al risarcimento dei danni in favore del Comune di Vasto”.