Le dimissioni del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Le chiede Sara Marcozzi, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, puntando il dito contro il governo regionale di centrosinistra: “Un mix di incompetenza e scarsa attenzione alla prevenzione alla minima emergenza mettono in serio pericolo la nostra comunità. In inverno, piogge e neve inginocchiano la regione: black-out energetici, paesi isolati, strade impraticabili, ponti crollati e macchine sgombraneve numericamente insufficienti. In estate siccità e incendi. alla mano dolosa dell’uomo e agli eventi atmosferici straordinari si deve rispondere con la programmazione, la prevenzione e la visione. Il Pd governa il Paese da quasi 5 anni e il presidente D’Alfonso guida la Regione da oltre 3 anni, eventi come questi vanno gestiti e programmati nel quotidiano e non derubricati a emergenze.
Lo scioglimento del Corpo forestale dello Stato ha prodotto solo una grande confusione su competenze, mezzi e risorse a tutto vantaggio dei malintenzionati, indebolendo peraltro il servizio anti-roghi. Infatti degli oltre 7.000 forestali, 6.754 sono passati ai Carabinieri, 390 ai Vigili del Fuoco e poche decine alla Polizia di Stato e alla Guardia di Finanza. Una riforma pasticciata che ha delegato ai Vigili del Fuoco l’esclusiva competenza sullo spegnimento degli incendi, un tempo assicurata anche dal Corpo Forestale. È di tutta evidenza che i 390 trasferimenti ai Vigili del Fuoco sono totalmente insufficienti per lo svolgimento di queste importanti attività e lo dimostrano le difficoltà che il nostro Paese e la nostra regione hanno avuto nella gestione degli incendi. Stesse dinamiche si evidenziano nella gestione dei mezzi, dei 32 elicotteri nelle disponibilità della Forestale, 16 sono stati assegnati ai Vigili del Fuoco e 16 all’Arma dei Carabinieri. Un pasticcio in salsa renziana che ha dimezzato la capacità di intervento, considerato che la riforma ha escluso i Carabinieri dalle competenze relative in materia di anti-incendio.
Lo smantellamento di fatto della protezione civile che, dal 2012 in poi, complice anche la gestione Bertolaso, ha via via perso poteri, risorse e mezzi. Una rete un tempo efficiente e invidiata da tutto il mondo è stata svuotata dal proprio interno e oggi riesce a mantenere un livello insufficiente di intervento, per lo più garantito dall’impegno di migliaia di volontari a cui va il nostro ringraziamento. Basti pensare che l’attuale flotta nazionale adibita all’antincendio boschivo gestita dal Coau – Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento della Protezione Civile è composta da 16 Canadair, 4 Elicotteri Erickson S64F (i mezzi più efficienti per questo tipo di interventi: capacità di carico da 9-10.000 litri, 45 secondi per il rifornimento e possibilità di gestione del getto d’acqua) e altri 8 elicotteri provenienti dal Corpo dei Vigili del fuoco. Un flotta di 28 mezzi per tutto il territorio nazionale che, in questi due mesi estivi, si è dimostrata totalmente inadeguata alla gestione delle emergenze. Un governo nazionale che ha preferito investire in F-35 piuttosto che fornire al Paese una flotta di mezzi idonea per intervenire sui numerosi fronti di fuoco che si registrano ogni estate.
A differenza di altre regioni che hanno investito cospicue risorse per i programmi antincendio, Regione Abruzzo è riuscita a stipulare una sola convenzione, peraltro con notevole ritardo, per la disponibilità di un solo elicottero. Altrove, i governi regionali, si sono mossi in anticipo con convenzioni che hanno innalzato il livello di intervento: Piemonte 5 mezzi, Lombardia 4 mezzi, Toscana 10 mezzi, Sardegna 12 mezzi e Calabria 4 mezzi. Un allarme lanciato in tempi non sospetti dalle associazioni ambientaliste e confermato anche dalle dichiarazioni del Capo della Protezioni Civile rimasto inascoltato.
Il continuo abbandono delle aree interne ha generato una riduzione delle aree un tempo adibite a coltivazioni e pascoli con conseguente aumento della superficie delle aree boschive. La mancanza di manutenzione e di cure di queste aree aumenta esponenzialmente il rischio di incendi. Una su tutte: la mancata realizzazione di Viali tagliafuoco che in caso di incendio riuscirebbero a circoscrivere il fronte del fuoco in micro-aree, agevolando gli interventi da terra e riducendo la superficie delle aree su cui intervenire. Interventi di questo tipo avrebbero evitato che andassero in fumo interi versanti di montagna.
Stante la natura dolosa degli incendi, delle istituzioni serie avrebbero tutti gli strumenti per arginare in maniera efficace l’azione dei piromani. Dall’impiego delle foto-trappole nei boschi, all’utilizzo di droni per la video-sorveglianza, passando per l’impiego di risorse umane specializzate nel controllo e nella sorveglianza di aree a rischio”.