A 10 anni dalla scomparsa, l’amministrazione comunale di Pollutri guidata dal sindaco Antonio Di Pietro, ha voluto omaggiare la figura del dottor Aldo D’Ippolito, intitolando a lui gli impianti sportivi comunali. Per l’occasione, un triangolare di calcio tra le vecchie glorie del Pollutri, vinto dalla squadra Bianca.
Dopo l’incontro sportivo, l’intitolazione degli impianti, con il sindaco Di Pietro che ha ricordato la figura dello storico farmacista e presidente della locale squadra di calcio: “È un dovere per noi tramandare ai giovani esempi di vita come quello del dottor D’Ippolito, che ha lasciato un ricordo indelebile. Lo sport è identità, crescita, comunità e oggi onoriamo la memoria di una grande persona che ci ha lasciato un’importante eredità umana e sportiva, una persona che ha fatto la storia del calcio a Pollutri”. Il sindaco ha poi voluto ringraziare la cooperativa sociale Igeco che ha provveduto gratuitamente alla pulizia degli impianti.
A seguire, l’intervento del figlio dello storico presidente, il dottor Maurizio D’Ippolito, che a nome della famiglia ha ringraziato l’amministrazione comunale, ricordando i momenti principali della vita sportiva e sociale del genitore che, insieme ad altri giovani, nel primo Dopoguerra fondò il primo circolo sportivo del posto che partecipò al campionato unico dilettanti Abruzzo-Molise. Le attività di fermarono nel ’49 per motivi economici e carenze di infrastrutture. “Il calcio a Pollutri continuò ad esistere, sempre con Aldo D’Ippolito, per lunghi anni a livello giovanile con vari campionati e nel 1972 il Pollutri ha ricominciato l’attività ufficiale sotto una nuova denominazione: Unione Sportiva Pollutri, di cui Aldo D’Ippolito è stato ininterrottamente presidente fino al 1990. In quell’anno nuova sospensione per i lavori al campo sportivo, terminati nel ’93, quando sorse la Pollutri Calcio, di cui Aldo D’Ippolito è stato presidente onorario fino al 1999″. Dopo aver ricordato la figura del padre, Maurizio D’Ippolito ha ricordato anche i principi ispiratori della sua attività sociale e sportiva: “Mio padre considerava lo sport e il calcio come uno scudo contro le devastazioni del tessuto sociale, come alcool e droga”.
Al termine dell’intervento sono state scoperte le targhe degli impianti sportivi, mentre don Giuliano Manzi ha provveduto alla benedizione degli stessi, prima del brindisi conclusivo. La festa è poi proseguita in centro.