Lanciano e Teramo si candidano al ruolo di Capitale italiana della cultura 2020. Vasto no. E scoppia la polemica. Giuseppe Tagliente, leader di Unione per Vasto, accusa l’amministrazione comunale di centrosinistra di dormire “il sonno della decadenza, del degrado, della sua inconsistenza culturale e della volgarità”, oltre che “dell’assenza di programmi per l’avvenire”.
“Lanciano e Teramo – fa notare l’ex presidente del Consiglio regionale – sono tra le 46 città italiane che hanno manifestato interesse al bando per la Capitale Italiana della Cultura 2020. Dovranno adesso confermare l’adesione depositando entro il 15 settembre all’attenzione di una giuria composta da sette esperti di chiara fama un dossier di candidatura, con un programma delle attività culturali proposte, l’indicazione della struttura incaricata della elaborazione e promozione del progetto e una valutazione di sostenibilità economico finanziaria.
La notizia non può che farci piacere e speriamo vivamente che una delle due città consorelle si aggiudichi la prestigiosa palma che porta oltre alla notorietà sul piano nazionale ed internazionale anche finanziamenti pubblici e turismo. Tanto turismo come, ad esempio, è accaduto da ultimo a Matera da quando il suo nome è entrato in un’orbita internazionale grazie, appunto, alla sua candidatura ad un analogo concorso.
Ci rammarica tuttavia a margine della notizia la constatazione dell’assoluto disinteresse di questa nostra amministrazione comunale, che si è lasciata sfuggire anche questa occasione. Vasto non è certamente da meno a Lanciano ed a Teramo ed avrebbe potuto giocarsi le sue carte con un pro-memoria della sua storia e della sua cultura millenaria e la presentazione di un buon progetto elaborato con il concorso delle migliori energie intellettuali presenti sul territorio. Invece dorme il sonno di Aligi, il sonno della decadenza, del degrado, della inconsistenza culturale, e della volgarità, del localismo sterile, della rimozione delle sue memorie e dell’assenza di programmi per l’avvenire.