“Per una valutazione corretta del lavoro fatto in quest’anno, si deve partire dalla sequenza di eventi sismici di dimensioni davvero senza precendenti, l’accumulo di eventi sismici ha coinvolto 140 comuni colpiti, alcuni centri storici sono stati quasi annientati”. Così il premier Paolo Gentiloni parlando di “impegno eccezionale” dello Stato al termine del vertice con il Commissario per la ricostruzione Vasco Errani, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, i presidenti delle Regioni, Catiuscia Marini (Umbria), Nicola Zingaretti (Lazio), Luca Ceriscioli (Marche), e Luciano D’Alfonso (Abruzzo).
Nonostante i grandi sforzi e le risorse “di numerosi miliardi” stanziati “non tutto sta marciando alla velocità necessaria” ha sostenuto il premier. Per questo – ha aggiunto – “rivolgo il mio invito a tutte le amministrazioni, dalle Regioni ai Comuni, a fare il massimo sforzo e assunzione di responsabilità per accelerare le procedure”. “Siamo al lavoro per superare i ritardi” ha sottolineato Gentiloni.
Errani lascia – “Il 9 settembre scade il mio contratto, ringrazio Gentiloni e Renzi, con i governi e i premier c’è stato il massimo della collaborazione, era una cosa chiara ed è finita perché era previsto che il mio ruolo finisse con la scadenza del contratto. E’ semplice, non ci sono retroscena, figuratevi se a 62 anni mi metto a fare ragionamenti” su poltrone. Così Vasco Errani spiega i motivi della fine del suo impegno come commissario per la ricostruzione post sisma.
“È da tempo che – afferma Errani – sottolineo che, fatto l’impianto, la ricostruzione è del territorio, che in primo luogo deve assumere la gestione del processo e credo che l’impianto lo consenta. Questa è la verità, è semplice, non ci sono retroscena, non c’è stata una discussione nel governo”. L’ex governatore dell’Emilia Romagna afferma di prender “atto di altre interpretazioni” sul suo addio, ma si dice “sinceramente sereno”. I quotidiani oggi hanno ipotizzato una sua candidatura al Parlamento con Mdp. (Ansa)