Una tra le più rivoluzionarie innovazioni di cui avremmo bisogno: meno divisioni e più compattezza. Suona banale vero? Semplicistico, buonista e pure scontato. Perché sarebbe utile maggiore unione?
Divide et impera. Da quando esiste l’uomo, gettare zizzania per dividere il nemico è una valida tattica per prendere o mantenere il controllo della situazione. E magari non cambiare nulla. Qualche esempio, partendo da lontano: la diatriba storica tra le parrocchie San Pietro e Santa Maria. Conseguenza: per oltre 100 anni, fino al 1915, vennero soppresse le due parrocchie a favore di quella di San Giuseppe, unica parrocchia cittadina.
L’iniziativa del Sindaco Notaro che nel 1974 fece redigere un Piano Regolatore Intercomunale, le basi per uno sviluppo congiunto tra Vasto e San Salvo, un progetto innovativo, intelligente e lungimirante, ma fallito. Conseguenza: Vasto non è mai diventata provincia; da anni sentiamo parlare di scarso “peso politico” nei confronti di altre zone della nostra regione, malgrado siano presenti importantissimi insediamenti industriali.
Gli albergatori della riviera Vastese sono riuniti in un’associazione, ma non tutti ne fanno parte. Conseguenza: ridotta capacità di rappresentanza e d’azione, dunque naturale indebolimento, negli anni, del settore. In altri contesti le iniziative in sinergia sono spesso originali, distintive e di conseguenza attrattive per il turista.
L’ultimo esempio è sotto gli occhi di tutti: le incomprensibili lacerazioni dell’opposizione vastese. Conseguenza: siamo governati meglio o peggio se chi deve fare opposizione è lacerato e lacerabile, diviso e divisibile, insomma in perenne conflitto?
Di esempi ce ne sarebbero altri.
Forse siamo così, e forse non è affatto facile cambiare ciò che siamo. Tuttavia i vari muri e steccati di cui si parla non rappresentano un limite all’acquisizione di un utile “peso politico” in ambito regionale, condizione importante per tanto altro? Non sono un vero e proprio freno invisibile allo sviluppo economico, non solo turistico? Infine, le divisioni non limitano paradossalmente l’efficacia operativa di un amministratore, senza un’opposizione decisa e focalizzata al bene della città piuttosto che a guerre intestine?
In buona sostanza e come naturale conseguenza, potremmo dire che le divisioni non aiutano a vincere le battaglie quotidiane che viviamo come artigiani, manager, operai, imprenditori, genitori, NEET, emigrati o studenti. Un territorio imbevuto da eccessive divisioni arretra trasversalmente, su ogni fronte.
Da 11 anni sono tornato a vivere e respirare Vasto, dopo quasi sette anni tra Milano, Torino e Roma. Amo Vasto, ma confesso che in alcuni momenti vorrei non aver mai conosciuto tutte le ramificazioni divisive che mio malgrado oggi conosco, e che ritengo siano quelle di ogni piccolo hinterland. Perché puoi essere anche un santo (non è il caso di chi scrive) ma non puoi rimanere per troppo tempo immune a queste dinamiche. Ci finisci impiastrato dentro, prima o poi, a meno che di tanto in tanto non lasci emergere dal tuo inconscio questo piccolo demone, con cui facciamo i conti più o meno tutti, strillandogli contro oppure, meglio ancora, raccontandolo per provare ad esorcizzarlo. Come ho appena fatto, come puoi fare anche tu, se condividi ciò che hai appena letto.
Uniti, si vince, o meglio: cambiando una virgola oggi, a vincere sarà la prossima generazione.
Ps: sono contento di aver ricevuto il tuo punto di vista. Continua a scrivermi: [email protected]