“L’Amministrazione comunale di Atessa esprime la propria solidarietà e la propria vicinanza ai lavoratori dello stabilimento metalmeccanico della Honeywell che in queste ore sono in sciopero per difendere il proprio posto di lavoro e il proprio futuro, non solo occupazionale”. Con queste parole la nuova Amministrazione di Atessa, guidata da Giulio Borrelli interviene sulla vicenda Honeywell (QUI l’articolo) che trattiene con il fiato sospeso 420 lavoratori e, quindi, 420 famiglie. Il timore è che la multinazionale voglia smantellare e chiudere la sede di Atessa, dove vengono realizzati componenti per auto, per aprire altrove. E in effetti i sindacati, Fiom, Uilm e Fim, confermano che l’azienda, dalla Val di Sangro, vuole trasferire all’estero la produzione con la conseguenza che 420 dipendenti, che adesso stanno andando avanti con i contratti di solidarietà, resterebbero senza lavoro.
“Evenienza da scongiurare. – dice l’Amministrazione di Atessa – Bisogna mettere in campo tutte le azioni necessarie ad evitare che la fabbrica di contrada Saletti venga chiusa. Si tratterebbe di un dramma per il territorio e per tante famiglie. La Honeywell è stata un fiore all’occhiello a livello produttivo fino al 2008, poi la crisi e il ridimensionamento. Adesso la situazione va costantemente monitorata e bisogna aprire un tavolo, in cui coinvolgere le istituzioni e a cui l’Amministrazione chiede di essere presente, per capire quali siano le reali intenzioni della proprietà e come si possano evitare drastiche e dannose decisioni”.
E non si fa attendere la presa di posizione dell’Udc Abruzzo, per bocca del segretario regionale Enrico Di Giuseppantonio. “Chiediamo con forza il rispetto dei 420 lavoratori della Honeywell, che dal 1992 hanno sempre dimostrato spirito di sacrificio e grande professionalità. Sono anni che la proprietà non investe più nel sito di Val di Sangro che, numeri alla mano, era il fiore all’occhiello del gruppo – afferma Di Giuseppantonio -. Non si può non tener conto che, per importanza, la fabbrica che produce turbocompressori per molti marchi, viene subito dopo Sevel e Honda. Facciamo perciò appello a Governo e Regione perché si adoperino per evitare la chiusura del sito. Chiediamo perciò la urgente convocazione di un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico affinché la proprietà della Honeywell risponda con chiarezza sulle sue reali intenzioni e non si trinceri dietro il silenzio”.
Vicinanza anche da parte dell’on. Giovanni Paglia di Sinistra Italiana che si unisce alla difesa strenua dei posti di lavoro a rischio. “Il territorio e 420 famiglie non meritano questo schiaffo – commenta – Sinistra Italiana esprime solidarietà verso le preoccupazioni dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali dello stabilimento di Atessa della Honeywell a difesa del proprio posto di lavoro e del proprio futuro”.
Mentre si assommano gravi elementi – il reiterato annuncio di 35 licenziamenti, la spesa di 30 milioni di euro per eseguire il backup degli 83 codici di produzione – si parla ormai apertamente della possibile chiusura del sito abruzzese per il 2018, a favore di siti francesi e slovacchi, con la perdita di 420 posti di lavoro in Italia.
“I lavoratori giustamente affermano la volontà di condurre una lotta durissima, fino all’occupazione del sito, e rivendicano il proprio ruolo strategico, il ruolo ‘di chi in questi anni ha prodotto una ricchezza enorme, smisurata, che ha gonfiato le tasche dell’azionista e dei dirigenti che nel momento più delicato hanno deciso di abbandonare la nave’. Eppure – prosegue – nei primi sei mesi del 2017 si era assistito a importanti segnali in controtendenza che facevano ben sperare – l’investimento in 4,5 milioni di euro da impiegare in nuove macchine e tecnologie, le commesse Ford, Peugeot e Fiat-Chrysler – mentre adesso sembrano scorgersi solo nuvoloni neri all’orizzonte“.