Caso-diari scolastici a San Salvo. I circa 2.400 studenti che frequentano gli istituti cittadini (Istituto Comprensivo 1, Istituto Comprensivo 2 e I.I.S. “R. Mattioli”) per il prossimo anno scolastico avranno un diario unico, lo riceveranno al ritorno tra i banchi, l’11 settembre. Un’idea “aggregante”, ma che in questi giorni sta alimentando il malumore delle cartolibrerie locali che rischiano di ritrovarsi con un cospicuo invenduto sulle spalle.
RISCHIO INVENDUTI – Un “piccolo progetto di finanza” lo ha definito il presidente del Consiglio comunale Eugenio Spadano, a costo zero per le scuole, nato da un’idea degli istituti, con il patrocinio gratuito del Comune e l’impegno economico della Metamer (unico sponsor dell’iniziativa), ma che difetta nei tempi della comunicazione.
Le attività commerciali ne sono venute a conoscenza il 28 giugno scorso, con gli ordini già sugli scaffali, da una mail di Anna Orsatti, dirigente dell’IC n. 2 che precisava: “si ritiene doveroso darne conoscenza alle S.S.V.V. al fine di evitarvi l’acquisto di quantitativi di diari non necessari, nella convinzione che le famiglie potranno acquistare altro materiale utile per le attività scolastiche”.
La comunicazione ha fatto così scattare il campanello d’allarme, i diari non sono riciclabili per l’anno prossimo (come altri beni scolastici, ad esempio gli zaini). I commercianti ottengono un incontro in Comune con Spadano e la prof.ssa Orsatti durante la quale vengono rimarcati l’intento del progetto e la possibilità di fare iniziative future per riparare il danno.
[ant_dx]Una risposta, questa, che non soddisfa tutti, anche perché alcuni di loro per tutelarsi avevano già sondato il terreno in tempi utili per evitare acquisti superflui. Un’iniziativa simile era stata intrapresa per lo scorso anno scolastico dall’Istituto Comprensivo n. 1 (dall’allora dirigente Daniela Bianco): un diario con un piccolo contributo delle famiglie di 3 euro.
“Per evitare nuovamente acquisti inutili, a novembre – dice Stefano Luongo della Cartolibreria dello Stadio a zonalocale.it – ho fatto il giro delle scuole per chiedere se ci fosse in cantiere qualche progetto simile. Mi è stato risposto di no, così abbiamo ordinato i diari, così come tutte le altre cartolibrerie”.
Alla fine di questo mese, invece, l’amara sorpresa. “Per noi è un danno economico rilevante – aggiunge Luongo – I diari non solo sono stati ordinati, ma sono già stati tutti consegnati e a settembre dovremo pagare i fornitori. Quando ho fatto il giro delle scuole ho anche chiesto di essere avvisato nel caso si intraprendessero iniziative simili, ma non ho ricevuto nessuna comunicazione. Non solo ho un’enorme rimanenza dei diari dell’anno scorso, ma ho effettuato gli ordini come se tutto fosse nella normalità. In questo modo si mettono in ginocchio le nostre attività, parliamo di migliaia di euro“.
“DISGUIDO IN BUONA FEDE” – Ad ammettere il disguido nella tempistica è la dirigente Orsatti. “Non conoscendo la tempistica degli acquisti, abbiamo pensato che fosse giusto il mese di giugno per gli acquisti, così come avviene per i libri di testo, invece gli approvvigionamenti vengono fatti in altro periodo. Ci dispiace di questo disguido perché non c’era nessuna intenzione di danneggiarli“.
Nel novembre 2016 – quando Luongo chiese se ci fossero progetti simili in cantiere – i tempi non erano ancora maturi per l’iniziativa: “Sì, a novembre ho detto che non c’erano progetti simili – aggiunge la Orsatti – A gennaio poi è nata questa idea come donazione agli studenti, quindi ci siamo detti di avvisare le cartolibrerie. A giugno, terminata la scuola, abbiamo pensato che fosse il tempo giusto per gli ordini di libri e diari e quindi c’è stata la nostra comunicazione”.
La proposta, emersa anche nell’incontro, è di iniziative comuni future per riparare il danno: “Abbiamo chiesto loro di coordinarci meglio per il futuro e magari indicarci un’iniziativa per riparare anche parzialmente a questo problema che si è verificato. Qualcuno ha capito anche lo spirito del progetto, cioè quello di riaffermare l’identità dello studente di San Salvo perché ormai non è un mistero per nessuno che stanno scendendo i numeri, nelle secondarie vanno verso Vasto. Certo, non è questa l’unica iniziativa che può farlo, ma è un primo passo per dire che la città è vicina agli studenti”.
“NON È UN’IMPOSIZIONE” – “Il diario unico non è un’imposizione, ogni studente può comprarne un altro o altri due, come ritiene più opportuno”. Cerca di smorzare i timori delle cartolibrerie il presidente Spadano. “Pensavo che la loro posizione fosse chiarita dopo la riunione – dice – È la prima volta che si uniscono tutti insieme, per questo ho chiesto loro di indicarci altri progetti sempre sull’identità sansalvese e della collaborazione. Il prossimo anno non ripeteremo il diario, magari facciamo qualche altra cosa”.
Non un’imposizione, quindi, ma uno strumento per rafforzare l’identità delle scuole cittadine “attraverso un percorso comune dalle elementari alle superiori. Il diario si diversificherà per il colore della copertina e all’interno ci saranno dei messaggi affinché gli studenti si sentano all’interno di una comunità unica che li segue e sta loro vicino. Serve anche a costruire una filiera ed evitare la dispersione verso altre scuole: i ragazzi di San Salvo che frequentano le scuole di San Salvo“. “La notizia l’abbiamo data nel momento in cui abbiamo definito il tutto. Eravamo convinti che gli ordini dei diari così come per i libri di testo partissero non prima dell’inizio di luglio perché le scuole ci avevano detto che comunicano i libri alle cartolibrerie a fine giugno. La loro sembra più una reazione istintiva. In questo momento è chiaro che una piccola perdita forse l’avranno, ma è un progetto che va guardato in prospettiva“.
Prospettiva, iniziative comuni, idee future. Per ora il problema di queste attività commerciali è attuale e in bella mostra sugli scaffali. “La proposta – dicono in chiusura dalla cartolibreria dello Stadio – è annullare il progetto o cambiare la data al diario in stampa prorogandolo all’anno prossimo, in questo modo non ne ordineremo altri. In caso contrario, a settembre chi pagherà le fatture?“.