Notizia di pochi giorni fa: l’Italia ha due nuovi siti Unesco, due luoghi riconosciuti a livello mondiale come “Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale” da tutelare e valorizzare. Per la cronaca si tratta delle Faggete vetuste e delle Mura veneziane.
Tocca ricordare due cose: l’Italia è il paese che ospita il maggior numero di siti Unesco e tuttavia, pur avendone quasi il doppio rispetto alla Gran Bretagna, conta due milioni di occupati in meno. Difficile che i numeri siano viziati dalla cattiva pratica del lavoro nero.
Ora, in un momento in cui stiamo assistendo allo schiaffo ad un’intera o forse a due generazioni, a cui non sono offerte sufficienti opportunità lavorative, quanto sarebbe decisivo “industrializzare” il turismo? Si, anche incentivando il settore, proprio come sta avvenendo con successo con le iniziative targate Industria 4.0 (es: iper ammortamento, credito di imposta su ricerca & sviluppo).
Finalmente anche un ministro della Repubblica, e non uno a caso dato che si tratta di Calenda delegato allo Sviluppo Economico, parla di sviluppo del turismo come fosse “export” per gli operatori del comparto. E sappiamo bene che è stata proprio la capacità di export di piccola, media e grande industria ad evitare il tracollo totale durante l’ultima crisi economica.
Dunque come agire? Da dove cominciare?
Probabilmente – inquadrando la situazione Abruzzese e la nostra costa dei trabocchi – sarebbe utile iniziare dalla costruzione di vere e proprie filiere: sistemi che esistono già “in natura”, ma in altri settori, nulla da inventare dunque, iniziative che andrebbero incentivate e promosse.
Ad esempio con parte delle risorse spese per gli Open Day si potrebbe fare tantissimo per promuovere socialità, progettualità condivisa tra gli operatori. Occorre che il “fare insieme” entri nel modo di pianificare, di agire e di pensare dell’operatore. Il rischio di mettere in comune idee, o peggio i propri clienti, naturalmente spaventa. Ma non spaventa di più non veder crescere i fatturati? Consideriamo che il turismo su scala mondiale sta vivendo un vero e proprio boom. Occorre cogliere le opportunità, e la volontà/capacità di agire come filiera – a mio avviso – è un fattore abilitante. Non solo per chi è già operatore, ma anche per chi vorrebbe occuparsi di turismo nella vita, magari motivato (e affamato) dalla volontà di risolvere il proprio problema occupazione.
In conclusione, tornando alla filiera, immaginiamo quanto sia innovativo, e insieme semplice, offrire al turista un prodotto che contenga queste emozioni:
– primo giorno: visita del Miracolo Eucaristico di Lanciano, pranzo su un trabocco respirando la Costa dei Trabocchi, visita delle Terme Romane situate a Vasto.
– secondo giorno: esplorazione in barca con immersione nelle suggestive calette della Costa dei Trabocchi, visita delle Fonderia Marinelli di Agnone. Storytelling emozionale a cura delle guide.
– terzo giorno: visita della riserva di Punta Aderci, esplorazione in canoa; pranzo presso un rinomato ristorante, visita del Biotopo dunale di San Salvo Marina, in serata Siren Festival.
Tutto questo è già completamente disponibile, e si tratta di una delle infinite combinazioni possibili. Occorre solo unire i puntini e vendere il pacchetto a prezzo concorrenziale. Animo! Il 2018 è vicino!
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