Si è svolto nei giorni scorsi a Chieti l’incontro tra l’onorevole Maria Amato, Ugo Aloè, Peppino Gattafoni e il direttore generale della Asl 2 Lanciano Vasto Chieti, il dottor Pasquale Flacco, il direttore sanitario aziendale, il direttore di presidio e l’ingegneria clinica, per fare il punto sulla emodinamica a Vasto.
“Il vastese – ha sottolineato Maria Amato a margine dell’incontro – non può essere fuori dalla rete cuore, i nostri infartuati non possono avere un tempo di percorrenza medio doppio a quello di tutto il resto della regione, per arrivare a una procedura di rivascolarizzazione, l’ho detto con i toni coloriti soliti, trovando, va riconosciuto, attenzione e ascolto”.
Dal direttore generale la rassicurazione: “L’emodinamica a Vasto è possibile, i tempi della realizzazione strutturale da qui a Natale“. “Ma chiariamo meglio il senso di queste parole, – prosegue la parlamentare del Pd – l’angiografo Toshiba si trova in deposito alla ditta con impegno di spesa approvato e per iniziativa dell’azienda, gli spazi, idonei e facilmente accessibili sono stati individuati nel gruppo operatorio, abbiamo visto il progetto di ristrutturazione, va individuato chi fa il lavoro. I costi: l’angiografo 270mila euro, 200mila circa il resto delle apparecchiature necessarie, circa 50mila euro i lavori. Da dove vengano fuori gli 8/10 resta un mistero della matematica”.
“A Vasto – ha comununque sottolineato il dottor Aloè – non serve l’angiografo per fare le coronarografie di controllo programmate, ma una sezione di emodinamica h24 per fare l’emergenza urgenza“. “Il problema vero ci dicono tutti i direttori presenti – prosegue Maria Amato – è reperire medici formati. Mi verrebbe da dire che la gestione aziendale serve per risolvere questi problemi, o per superarli con un service, per esempio, o avviando un protocollo organizzativo sperimentale interaziendale con Pescara, o cominciando a lavorare da ora sulla formazione di qualcuno dei cardiologi di Vasto, o cercando un accordo per recuperare, se c’è, la professionalità di Termoli. C’è un altro problema che è bene mettere sul tavolo per tempo: l’assorbimento elettrico dell’impianto e gli adeguamenti della cabina elettrica. Ho avuto modo di sottolineare che dire che un ospedale è vocato all’emergenza e poi sull’atto aziendale far prevalere le UOC di area medica e tagliarlo fuori dalla rete cuore, non è serio, ma qui come negli altri nodi da sciogliere intervengono responsabilità regionali, quelle che come al solito hanno concentrato i primari e i loro doppioni su Chieti e Pescara”.